Un lato sconosciuto di Madre Teresa di Calcutta raccontato dal suo confessore

Ci sono fatti inediti che riguardano la vita di Santa Teresa di Calcutta che mostrano aspetti assolutamente fondamentali di colei che divenne per l’umanità intera simbolo di un amore incondizionato e quindi una carità senza limiti. 

Un amore che in quanto tale può nascere solamente da una santità che trae nutrimento dal Signore stesso.

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Il missionario Padre Rosario Stroscio aveva conosciuto la suora nel 1948, e in quello stesso anno ne divenne il confessore. Solo alcuni anni prima di morire arrivò a raccontare i fatti fino a quel momento sconosciuti su Madre Teresa, che permisero di scoprire alcuni suoi lati permettendo di fare chiarezza su tante affermazioni errate.

La testimonianza del confessore di Madre Teresa

Quando Madre Teresa cominciava a comprendere di essere vicina al momento in cui avrebbe abbandonato la terra per salire in cielo, l’arcivescovo di Calcutta chiamò il suo confessore affinché le impartisse l’estrema unzione. Il religioso raccontò che in quei momenti “anche lei aveva timore di morire. E tremava”.

“La morte è terribile per tutti. Anche lei che era una santa, che aveva visto morire migliaia di derelitti, che era certa della vita ultraterrena così come era certa che il sole sorge e tramonta, anche lei aveva timore. Non paura; trepidazione, ecco. Trepidazione di presentarsi davanti a Dio. Il bello fu che quella volta non morì…”, raccontò il religioso al Corriere della Sera.

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Padre Rosario Stroscio fu colui che ascoltò le confessioni di Madre Teresa. Aveva origini siciliane e proveniva dalla cittadina di Furnari, alle pendici dell’Etna, ma arrivò in India a soli 17 anni. Il suo primo incontro con Santa Teresa avvenne nel 1948 nella cattedrale di Calcutta, dopo che la futura santa aveva appena ottenuto l’autorizzazione per lasciare il convento e trasferirsi tra le baracche.

“Cercava il volto di Gesù negli altri, e lo trovava nei morenti”

“Il suo direttore spirituale, il gesuita belga Van Exem, quel giorno la trattò quasi con disprezzo, e lei con umiltà non si ribellò”, racconta padre Rosario, che ogni giorno andava a trovarla nella sua celletta, dove c’erano solamente una branda, un tavolo, una panca, affiancati da una moltitudine di crocifissi. Padre Rosario spiegò che non fu affatto difficile avviare la sua causa di beatificazione. Raccolsero infatti ben 133 testimonianze, di cui almeno 5 di donne che “sostenevano, confermate dai medici, di essere state guarite da lei in una sola notte”.

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“Cercava il volto di Gesù negli altri, e lo trovava nei morenti, negli handicappati, negli orfani, nelle donne rese folli dal carcere o dalle violenze. Sulla sua tomba ha voluto che fosse scritto, con i petali dei fiori: Io non faccio nulla, fa tutto Lui”, fu il toccante racconto del confessore, che ricorda sopra ogni altra cosa quando la religiosa fu attaccata per la sua condanna dell’aborto.

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“Una volta venne a intervistarla una giornalista americana, prevenuta, altera. Rifiutò di mettersi a piedi nudi. Il suono dei suoi tacchi a spillo risuonava per il convento. Madre Teresa la ricevette mentre toglieva i vermi dal corpo di un moribondo, raccolto all’angolo della strada. Alzò lo sguardo, la vide, le disse: Abbia pazienza, alla mia età non vedo più bene. Mi aiuterebbe? La giornalista si buttò ai suoi piedi in lacrime. Madre Teresa le aveva toccato il cuore. Era davvero una santa”.

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