Santa Teresa del Bambin Gesù soffrì di un male che l’affliggeva, di cui ebbe molto da patire, raccontato nei suoi scritti e dalle testimonianze. Ecco come riuscì a liberarsene.
Una vicenda forse poco nota ma che proietta una scia luminosa di luce e di speranza. Che ci invita a non lasciarci mai vincere dallo sconforto ma a mettere tutto nelle mani di Dio e della sua dolcissima Madre.
Oggi ricorre il 150° della nascita di Santa Teresa del Bambin Gesù (nata il 2 gennaio 1873). C’è un episodio della Santa di Lisieux forse poco noto. Un episodio, riportato nei suoi scritti, in cui Teresa parla di una misteriosa malattia (sulla quale rimandiamo al libro di Salvino Leone, Le malattie del santi) che la colpì verso la fine del 1882.
«Verso la fine dell’anno fui presa da un continuo mal di testa che tuttavia non mi faceva quasi alcun dolore, potevo continuare a studiare e nessuno si preoccupava di me, la cosa durò fino alla festa di Pasqua del 1883».
Più avanti, quando Teresa si trova a casa degli zii, viene colta dalla stanchezza. Quando la zia la fa andare a letto, racconta Teresa, «mentre mi spogliavo mi prese uno strano tremore, e credendo che avessi freddo la Zia mi avvolse nelle coperte con le bottiglie calde, ma nulla riuscì a placare la mia agitazione che durò quasi tutta la notte».
Una malattia molto grave
Il giorno dopo un dottor viene a visitarla e le diagnostica «una malattia molto grave che non aveva mai toccato una bambina così giovane». Arrivando ai Buissonnets – la piccola tenuta fuori Lisieux dove la famiglia Martin si era trasferita dopo la morte della madre di Teresa, Zelie – prosegue Teresa, «mi misero a letto mio malgrado, perché assicuravo di essere perfettamente guarita e di non aver più bisogno di cure. Purtroppo ero ancora solo all’inizio della mia prova!… L’indomani fui ripresa come lo ero stata prima e la malattia si fece così grave che secondo i calcoli umani non avrei dovuto guarire… Non so come descrivere una malattia così strana, adesso sono convinta che era opera del demonio, ma per tanto tempo dopo la guarigione ho creduto che avevo fatto finta di essere ammalata e la cosa fu un vero martirio, per l’anima mia… ».
È sempre Teresa a raccontare che durante gli episodi di questa misteriosa malattia «dicevo e facevo cose che non pensavo, quasi sempre apparivo in delirio, pronunciavo parole che non avevano significato e tuttavia sono sicura di non essere mai, neppure per un istante solo, rimasta priva dell’uso della ragione… Parevo spesso stordita, non facevo neppure il più piccolo movimento, e allora mi sarei lasciata fare tutto quello che si voleva, anche se mi avessero uccisa, e tuttavia sentivo tutto quello che si diceva intorno a me e mi ricordo ancora di tutto… Una volta mi è capitato di stare per tanto tempo senza poter aprire gli occhi e di aprirli un attimo mentre ero sola… ».
La testimonianza della cugina
Desta impressione anche la testimonianza fornita al processo di beatificazione dalla cugina Marie Guérin, anche lei carmelitana col nome di Suor Maria dell’Eucarestia:
«Questo male esordì con un tremito violento che fece credere, dapprima, a una febbre. Poi si manifestò con la depressione, uno stato di semi-allucinazione che le faceva vedere diversi oggetti o gli atteggiamenti di coloro che la circondavano, sotto forme paurose. Nel periodo più intenso vi furono anche varie crisi motorie durante le quali faceva movimenti rotatori di tutto il corpo, di cui sarebbe stata assolutamente incapace in salute. […] «La crisi più terribile fu quella di cui si parla nella sua “Vita”. Credetti che fosse sul punto di soccombere. Vedendola stremata da quella lotta, volli darle da bere, ma lei gridò con terrore: “mi vogliono uccidere, mi vogliono uccidere”».
Una patologia per nulla lieve, come si può vedere. Che però cessa quasi istantaneamente – salvo due leggere ricadute – dopo che Teresa, pregando la Madonna davanti a una sua statua, ne scorge il sorriso.
Rivolgendosi alla sorella Paolina, prossima a entrare nel Carmelo, Teresa si dice infatti convinta che «la malattia che mi prese veniva sicuramente dal demonio, furioso per il tuo ingresso al Carmelo, egli volle vendicarsi su di me del torto che la nostra famiglia gli avrebbe fatto in futuro». Ma il demonio, aggiunge Teresa, «non sapeva che la dolce Regina del Cielo vegliava sul suo fragile fiorellino, che gli sorrideva dall’alto del suo trono e si preparava a far cessare la tempesta nel momento in cui il suo fiore stava per spezzarsi senza rimedio… ».
La preghiera alla Madonna
È il 13 Maggio 1883, festa di Pentecoste, quando santa Teresina giace a letto molto sofferente. Non riuscendo a trovare soccorso e consolazione sulla terra, si rivolge alla Madre del Cielo e le chiede di avere finalmente pietà di lei. Così guarda e prega con tutto il cuore la statua della Madonna vicino a lei.
«Di colpo – racconta Teresina – la Santa Vergine mi parve bella, tanto bella che io non avevo mai visto nulla di così bello, il suo viso comunicava una bontà ed una tenerezza indicibile, ma la cosa che mi si è impressa fino al fondo dell’anima fu il “sorriso incantevole della S.ta Vergine”. Allora svanirono tutte le mie pene, due grosse lacrime sgorgarono dalle mie palpebre e scorsero silenziosamente sulle mie guance, ma erano lacrime di una gioia pura».
Parole che non solo consolano ma aprono, anzi spalancano il cuore, alla speranza. E che ci invitano a rivolgerci alla Madre di Dio con la stessa fiducia con cui Santa Teresa di Lisieux si era affidata alla sua intercessione per essere liberata dall’angosciosa malattia che l’aveva tanto turbata.