Santa Teresa di Lisieux, amata in tutto il mondo, osservava tre punti fondamentali per camminare verso Dio e amarlo ogni giorno di più.
La sua semplicità di vita ha sempre colpito tutti perché, anche nelle avversità, la giovane Santa non si è mai persa d’animo. Nelle difficoltà della vita ha sempre invocato l’aiuto e la protezione di Dio quanto della Vergine Maria.E sempre più spesso ci ha dimostrato, quanto a noi oggi quanto ai suoi contemporanei, che non è necessario fare grandi cose nella vita, ma basta davvero poco per amare Dio e sentirlo sempre a noi vicino. Cerchiamo insieme di capire cosa voleva dirci.
Santa Teresa di Lisieux: la sua vita è un grande esempio
Guardare a lei come ad una Santa da imitare e avere sempre vicino come modello di riferimento. Stiamo parlando di Santa Teresa di Lisieux che, ai più e ai suoi devoti, è conosciuta anche come la “Santa della piccola via”. Perché questo termine così particolare? Sì, perché ci ha sempre dimostrato, nel corso della sua vita e non solo, che basta un cammino semplice per essere fedeli a Dio.
Non sono necessarie grandi cose perché il Signore apprezza quelle più piccole e più semplici, rispetto a quelle grandi e difficili, certe volte, da raggiungere. Proprio basandoci e osservando più da vicino questo suo piccolo modello di vita, Santa Teresina ci mostra come, attraverso tre semplicissime azioni quotidiane, è possibile camminare verso Dio.
Azioni davvero quotidiane ma che, molto spesso, o non ci accorgiamo che possono essere fatte e compiute o, peggio ancora, non ci facciamo caso che possono essere compiute. Vediamo insieme quali sono, cercando anche di poterle applicare nella nostra vita.
Tre azioni quotidiane per camminare verso Dio
La prima di queste, come ci fa osservare anche “Churchpop” (forse anche la più difficile da mettere in pratica) è quella del “non lamentarsi”. Santa Teresina, nella sua autobiografia intitolata “Storia di un’anima”, parte da un piccolo episodio della sua vita per aiutarci a comprendere questa azione.
Si trovava seduta accanto ad una sua consorella la quale faceva un fastidioso rumore con i denti. Certo. Un rumore che alla giovane Santa dava fastidio: avrebbe potuto dirlo e lamentarsi con la consorella chiedendole di smettere, ma ha preferito di no. Soffriva in silenzio, “offrendo quel rumore come penitenza a Dio” – scriveva. Sì perché se quel rumore infastidiva lei, c’erano senz’altro altre cose di lei che potevano infastidire le sue consorelle.
Seconda azione da mettere in pratica, “dare priorità agli altri”. In un altro episodio di vita da lei stessa raccontato, la giovane Teresa ci accompagna al giorno del suo compleanno e, davanti alla torta fattale per festeggiare, lei sceglie di prendere il pezzo più piccolo, proprio per dare alle sue consorelle la possibilità invece di avere quello più grande.
Un gesto concreto a dimostrazione che ha donato agli altri ciò che le piaceva, perché gli altri hanno davvero un posto importante nella sua vita, e non ha guardato solo ed esclusivamente a se stessa.
Terza azione è quello di “rafforzare la volontà”. C’era una penitenza che, a molti potrebbe sembrare bizzarra, ma alla giovane Teresa no: il suo sedersi sulla sedia senza appoggiarsi mai allo schienale. “L’intenzione di stare scomoda e rafforzare la mente invece del corpo” – raccontava.
Il suo intento era quello, non solo di attuare e sentire la penitenza nel periodo di Quaresima, ma sempre, anche nelle azioni quotidiane di tutti i giorni, al fine di dominare i desideri e abbattere il peccato.
A noi oggi potrebbero sembrare delle azioni di poco conto ma, in realtà, sono davvero queste ad essere efficaci e, allo stesso tempo, nella loro piccolezza, anche quelle più gradite a Dio.