Il periodo di Quaresima è un momento particolare dell’anno Liturgico, nel quale meditiamo la Passione e la morte di Gesù.
Alcuni Santi e Sante hanno accompagnato e rivissuto, sulla loro pelle, le sofferenze di Gesù. Hanno portato le sue stesse piaghe, specialmente in particolari giorni della settimana. Santi più o meno conosciuti che ci portano per mano a capire l’immenso amore che Cristo ha avuto per noi, soffrendo e morendo sulla Croce. La storia di Santa Veronica Giuliani ne è un esempio.
I Santi che soffrirono con Gesù la sua Passione
Santi e Sante che hanno “condiviso”, durante la loro vita, il dolore e la sofferenza subita da Gesù in croce. Hanno portato sul loro corpo quei segni indelebili, proprio come lui. Cristo li ha scelti, ha visto in loro la fede e la forza di sopportare questo dolore. Ma li ha scelti anche perché tutti credessero in Lui.
Incontriamo, oggi, la figura di Santa Veronica Giuliani, clarissa francescana, vissuta tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700. Badessa e mistica, nata nel ducato di Urbino, a 17 anni entrò nell’ordine delle Clarisse e votò il suo nome in Veronica, in ricordo di colei che asciugò il volto di Cristo durante la sua salita al Calvario sotto il peso della Croce.
Santa Veronica Giuliani
Una fede nata sin da bambina, quando raccontava di esser tanto attratta dalle immagini di Maria con il Bambino Gesù, “da volersi loro avvicinare e dargli un bacio”. Un desiderio forte quello di consacrarsi a Cristo maturato già in tenera età. Dalla sofferenza del padre, il quale piangeva “perché la figlia si togliesse dalla testa quel pensiero”, ma nulla potè scalfire la sua fede ed il suo esser sempre vicina a Gesù.
Il suo entrare nelle Clarisse, il suo esser stata per 30 anni maestra delle novizie…ma tutto questo non le impediva di approfondire la preghiera e la contemplazione: “Signore, non tardare oltre: crocifiggimi con Te! Dammi le tue spine, i tuoi chiodi: ecco le mie mani, i miei piedi e il mio cuore! Feriscimi, Signore” – pregava.
1694: l’anno delle sue stimmate
La giovane, già prima di diventare suora, aveva avuto delle visioni di Gesù e della Madonna. Ma la sua attività mistica si concretizza a partire dal 1694, quando il suo corpo riceve il dono delle Stimmate di Gesù. “Sposa mia – mi sussurra Cristo crocifisso –, mi sono gradite le penitenze che fai per chi è in disgrazia davanti a me… Poi, schiodando un braccio dalla croce, mi fece cenno di avvicinarmi al suo costato… E mi trovai tra le braccia di Cristo crocifisso. Quello che ho provato allora non riesco a raccontarlo: sarei voluta rimanere per sempre sul suo santissimo costato” – scriveva in una sorta di Diario, fatto di 40 volumi, dove si racconta la sua esperienza mistica.
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Il Santo Uffizio e la veridicità delle sue piaghe
La visione delle sue stimmate non sfuggì al Santo Uffizio che la sottopose a una dura prova per verificare che non si trattasse di un’impostura, fino poi ad accettare la veridicità dei segni sul suo corpo.
È considerata fra le più importanti Sante contemplative e penitenti che il mondo occidentale abbia avuto. Il suo modello fu la spiritualità intesa come meditazione della Passione di Cristo, offerta riparatoria per i peccati degli uomini.
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Fonte: aleteia
ROSALIA GIGLIANO