Santa Veronica Giuliani visse a cavallo tra XVII e XVIII secolo. Iniziò, fin dalla sua prima giovinezza, a godere delle frequenti visioni di Gesù e Maria, che le sorridevano attraverso le immagini presenti in casa o durante la Messa. La Santa rappresenta dunque uno dei casi più importanti di misticismo. A partire dal 1697, portò con sé i segni della Passione di Nostro Signore.
Santa Veronica Giuliani, al secolo Orsola, nacque a Mercatello sul Metauro (Pesaro), nel 1660. La sua vita è stata caratterizzata dalle visioni di Maria e Gesù, fin dalla sua infanzia. Rimase orfana di madre all’età di sette anni e, spinta dalla sua forte vocazione spirituale, che la contrassegnò dai primi anni della sua vita, decise di entrare in convento. La giovane Santa aveva 17 anni quando entrò nell’ordine delle Clarisse Cappuccine; in quell’occasione cambiò il suo nome di battesimo (Orsola), assumendo il nome religioso di Veronica. Già nella scelta del nome vi è un forte richiamo alla Passione di Cristo, i cui segni rimarranno impressi nel corpo e nell’anima della Santa Veronica.
Veronica Giuliani rappresenta uno dei casi più importanti di misticismo che la storia della Chiesa conosca. La quantità di grazie, di doni, di visioni e di estasi, tuttavia non l’avremmo conosciuta se il Vescovo Mons. Eustachi e il confessore Padre Ubaldo Antonio Cappelletti non avessero fatto scrivere tutte le esperienze della Santa in un Diario personale. Infatti, dal 1695 al 1727, nonostante la sua ripugnanza, Veronica redasse il suo Diario, in cui scriveva le esperienze e le fasi della sua vita. Grazie a tale diario, pubblicato postumo col titolo Il tesoro nascosto, conosciamo l’esperienza mistica di Veronica Giuliani.
Divenuta maestra delle novizie nel 1694, la Santa Veronica iniziò a vivere di digiuno, nutrendosi esclusivamente di pane e acqua. Tre anni dopo, precisamente il Venerdì Santo del 1697, le apparvero i segni della Passione, le Stimmate. “In un istante vidi uscire dalle sue [del Signore] santissime piaghe cinque raggi splendenti; tutti vennero alla mia volta; e io vedevo i detti raggi divenire come piccole fiamme. In quattro vi erano i chiodi e in uno la lancia d’oro, ma tutta infuocata, e mi passò il cuore da banda a banda, e i chiodi passarono le mani e i piedi”. (Santa Veronica, Il tesoro nascosto).
Santa Veronica fu devota al Cuore addolorato di Maria. La Santa vedeva in Maria la sola che comprese e partecipò in maniera viva ai dolori del Figlio. Da qui deriva il suo ruolo di mediatrice di Maria e della sua sofferenza. Alle sue continue penitenze e sofferenze si univano le accese preghiere per la conversione dei peccatori: scelse di offrire la propria vita in dono per l’espiazione e la riparazione dei peccati e per chiedere a Maria la grazia della conversione dei peccatori, attraverso la sua preghiera.
Veronica portò all’interno del suo corpo i simboli della Passione. Alla sua morte, avvenuta il 9 luglio 1727, fu chiesto ai medici di controllare il suo corpo mediante autopsia. Risultò che il suo cuore era trafitto da parte a parte. Il cardinale Pietro Palazzini (1912 -2000) scriveva riguardo il suo Diario: «Il suo diario sgrammaticato è una catechesi, un dottorato, una missione permanente che anche la Chiesa del Vaticano II non può, non deve ignorare […]». Nel suo messaggio, il cardinale si soffermava poi sulla penitenza, la riparazione e la croce, grandi insegnamenti della Santa. Veronica Giuliani fu beatificata nel 1804 da papa Pio VII e divenne Santa durante il pontificato di Gregorio XVI, il 26 maggio 1839. La chiesa festeggia la sua memoria liturgica il 9 luglio.
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Fabio Amicosante
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