La storia della spiritualità devota di Veronica Giuliani comincia in tenera età.
Ecco come Santa Veronica Giuliani stessa si descriveva: “Mi pare di ricordare che, di età ben piccola, anche se non camminavo da me, quando vedevo le figure, che v’era dipinta la Beata Vergine con Gesù in braccio, io facevo tanto finché mi facevano accostare ivi, acciò gli potessi dare un bacio. E questo l’ho fatto più volte; ma una volta in particolare, mi parve di vedere detto Bambino come creatura vivente, che mi porgeva la mano”.
Orsola Giuliani (1660-1727, Urbino), divenne Veronica all’età di 17 anni, nel Monastero delle Clarisse di Città di Castello (Perugia). Descrive molto candidamente i suoi primi anni di vita, di bambina serena, circondata dall’affetto di una famiglia molto numerosa di cui lei era la più piccola.
Ecco cosa scrisse del momento in cui le venne concesso, anticipatamente come da lei richiesto, di fare la prima Comunione: “Mi pare che in quell’atto uscissi fuori di me. Nel prendere la santissima Ostia sentii un calore così grande (…). Sentivo da vero che il Signore era venuto in me, e di cuore gli dicevo: Dio mio, ora è tempo che vi pigliate possesso di me, tutta mi dono a voi”.
Orsola si sentiva catturata dal Sommo Bene e chiamata al sacrificio massimo da molte visioni. Nonostante avesse avuto la prospettiva di una vita piuttosto agiata, in cui non erano mancati i corteggiatori, la sua scelta fu quella di ritirarsi in convento. Anche durante la vestizione qualcuno cercò di dissuaderla, ma Veronica prontamente rispose che era decisa ad andare avanti per la sua strada.
Nel Convento, in un luogo così lontano dal mondo, pur essendo nel mondo, aveva modo di intensificare il dialogo col Signore; di proporsi, immersa nella preghiera e nella contemplazione, come difensore delle anime più lontane, con uno spirito di carità verso gli altri, tanto più se nemici.
Nel Convento poteva condividere la Passione di Cristo, mistero che Suor Veronica conobbe fino in fondo, spartendo con Gesù le pene ed il dramma della crocifissione.
Durante il Venerdì Santo del 1697, ebbe la visione del Calvario con la Vergine Addolorata ai piedi di Gesù in croce: “Il Signore mi ha detto che veniva per trasformarmi tutta in lui. In un istante, io vidi uscire dalle sue SS. piaghe cinque raggi splendenti e tutti vennero alla mia volta. (…) In quattro vi erano i chiodi; ed in una vi era la lancia (…) e mi passo il cuore da banda a banda (…). Io sentii gran dolore; ma nel medesimo dolore, mi vedevo, mi sentivo, tutta trasformata in Dio”.
Un esame medico, dopo la sua morte, rivelò ferite al ventricolo destro del muscolo cardiaco: il cuore di Santa Veronica Giuliani era davvero stato trafitto da parte a parte!
Dal trono di gloria ove, per la pienezza dei meriti foste sublimata, nostra amabile Santa Veronica, degnatevi ascoltare la umile e fervente preghiera che, stretti dalla tribolazione, vi rivolgiamo.
Lo Sposo divino che tanto amaste e per il quale tanto soffriste ascolterà un solo palpito del vostro cuore, che tante volte avvicinò al suo e un semplice gesto della vostra mano, come la sua, ferita dalle stimmate della Passione.
Dite voi al Signore le grandi necessità dell’anima nostra, tanto spesso arida, tentata e indolente. Dite quello che ci angustia in questo momento (…).
Ditegli come un giorno: “Signore, con le vostre stesse ferite v’invoco; con il vostro stesso amore; se le grazie chieste verranno ad accrescere questo vostro amore in chi lo aspetta, ascoltatemi, o Signore, esauditemi, o Signore”.
O cara Santa, vera immagine del Crocefisso, la vostra preghiera non sarà delusa e noi, ancora una volta, potremo benedire il vostro nome ed il vostro patire, che vi dette tanta luce di gloria e tanta potenza d’intercessione.
3 Pater, Ave, Gloria.
Antonella Sanicanti
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