Nata intorno al 290 D.C. a Roma, mentre governava l’imperatore Diocleziano, Agnese era figlia di una rispettata famiglia patrizia e soprattutto cristiana. Era molto bella oltre che molto ricca. Questo attirò su di lei gli sguardi di tanti giovani della nobiltà romana dell’epoca. Ma la sua fede era tale che, sin da così giovane, aveva deciso di consacrarsi vergine al Signore. Rifiutò molte proposte di matrimonio rispondendo che lei aveva già dato il suo cuore ad uno sposo (Gesù Cristo) ben più nobile, ricco e potente di qualsiasi altro pretendente.
Questa sua caparbietà testimoniò la sua cristianità e, per chi non lo ricordasse, esserlo, all’epoca, era perseguito per legge. Fu così che Agnese finì davanti ai giudici dopo essere stata in carcere. Fu incatenata, minacciata, torturata, ma nulla la fece desistere dalla sua fede. Agnese aveva appena 13 anni. Il tribunale si accanì e usò ogni mezzo per dissuaderla, dalle maniere forti passò alle lusinghe fino a rinchiuderla in una casa di tolleranza. «Non è il nostro Cristo sì poco amante dei suoi servi, che sia per dimenticarsi di me e per abbandonarmi in questo cimento. Egli stesso è pronto a soccorrere quelli che amano la pudicizia, nè permetterà che io perda il dono della verginale integrità» le parole di Agnese dopo questa ripugnante decisione.
Nessun avventore osò guardarla. E qui potè sperimentare l’amore di Cristo quando un uomo, guardandola impunemente, fu accecato da un raggio di luce. Il giudice Aspasio saputa la notizia del fatto la condannò al rogo ma neanche le fiamme riuscirono a toccarla e, secondo la tradizioni la sua chioma rivestì il suo giovane corpo nudo preservandolo agli sguardi. Ciò non bastò a far desistere il carnefice che a questo punto ne ordinò la decapitazione.
Il boia tentò di persuaderla perché in cuor suo non voleva eseguire quell’ignominia. Ma lei, indefessa, si mise a pregare affermando che mai avrebbe tradito la fedeltà al suo Celeste Sposo. Così, con un colpo netto, la sua testa volò in terra mentre la sua anima andava in cielo. Il corpo di Sant’Agnese è sepolto nelle omonime Catacombe a Roma. Nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, sempre a Roma, è invece conservata la sua testa.
Tu, mille volte beata, o purissima Sant’Agnese, ti consacrasti a Gesù non appena ti fu possibile conoscerlo. Nessuna lusinga, nessuna vanità del mondo, ti ha vinta.
Per mantenerti degna della tua fede, hai sfidato il martirio. A tredici anni Gesù ti ha dato immediato premio liberandoti dalle fiamme del rogo che hanno investito gli empi che volevano la tua morte. Fa, o Sant’Agnese, che la mia fede sia incrollabile a qualunque prova che Gesù mi vuol mandare, e sia da me accettata con amore. Così potrò un giorno possedere con te la beatitudine eterna. Amen.
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