Sant’Agnese da Montepulciano fu una vera e propria dispensatrice di miracoli, che sconvolgevano chiunque incontrava e in tutti i luoghi dove la santa si recava.
Nacque intorno al 1268 nei pressi di Montepulciano, in provincia di Siena. Quando la madre la diede alla luce, nella camera apparvero per alcune ore, misteriosamente, moltissimi ceri ardenti. L’inclinazione alla preghiera di Agnese fu evidente fin da subito e a nove anni entrò a Montepulciano in una comunità di vergini chiamate “monache del Sacco”. Da allora il Signore la favorì di straordinari carismi.
I numerosi prodigi che segnarono la sua vita
I prodigi che la contraddistinsero furono notevoli e numerosi. Fu vista più volte sospesa per aria. Un giorno, mentre meditava la Passione di Gesù, fu sollevata da giungere ad abbracciare il crocifisso posto sull’altare. A quattordici anni le apparve Maria e le diede tre pietre dicendole: “Figlia mia, prima di morire costruirai un monastero in mio onore, prendi queste tre pietruzze e ricordati che il tuo edificio dovrà essere fondato sulla fede costante e la confessione dell’altissima e indivisibile Trinità”.
Per molti era del tutto inspiegabile come potesse vivere nutrendosi abitualmente di pane e acqua e dormendo per terra, con una pietra sotto il capo. Il Signore cosparse di fiori il luogo in cui si soffermava a pregare in ginocchio, e le coprì il mantello di manna, divisa in grani a forma di croce. Quando l vescovo andò a benedirle il velo la manna discese abbondante su di lui, sui sacerdoti che l’accompagnavano e sulla mensa dell’altare. Ciascuno di questi grandi aveva forma di croce.
Per dieci domeniche la comunicò un angelo
Mentre pregava sola nell’orto, accanto ad un olivo, il Signore le mandò per dieci domeniche consecutive un angelo a comunicarla. Da Dio ebbe anche il dono dei miracoli. In più occasioni moltiplicò cibo e denari, per pagare i muratori. Quando due camaldolesi le fecero visita, durante un pranzo, apparve sopra un piatto una freschissima rosa, e la santa esclamò: “II Signore ha voluto mandare questo fiore estivo per mostrare quanto le vostre parole hanno riscaldato il mio spirito illanguidito, con il fuoco della carità”.
Quando la salute di Agnese peggiorò, a Montepulciano, un un angelo la condusse in visione sotto un olivo dell’orto per nove domeniche consecutive, dandole da bere l’amarissimo calice della Passione di Gesù. Questo stava ad indicargli che sarebbe giunta alla beatitudine ma passando attraverso molte sofferenze. Agnese si recò alle acque di Chianciano, con indicazioni dei superiori, e dopo il suo arrivo cominciò a venire giù dal cielo un fitta pioggia di manna che ricoprì lo stabilimento termale.
La salvezza di tanti passò attraverso la mano di Agnese
Furono altri i miracoli durante il suo periodo di cura, come quando tramutò con un segno di croce l’acqua della fontana in vino prelibato. Una bambina che si era ferita con il coltello con cui stava affettando il pane fu guarita dopo che Agnese la immerse nella fessura del suolo da cui sgorgava prodigiosamente acqua. Quella polla d’acqua calda ridonò la salute ai malati che vi si tuffavano. Un bambino che sembrava affogato nell’acqua tornò visto dalla madre dopo che Agnese gli tracciò sopra il segno della croce.
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Tuttavia Agnese ritornò ancora più malata, e un giorno, mentre pregava con le sue figlie spirituali davanti ad un’immagine della Madonna vide il volto della Vergine contrarsi con spasimo, stillare gocce di sudore e trarre un respiro breve e affannoso. In quella occasione Agnese capì che ben presto la città sarebbe stata sconvolta dalla guerra. Così fu. Poco prima della sua morte, Agnese si mise a letto e alle religiose disse: “Se mi amaste veramente, non piangereste così; gli amici si rallegrano del bene che capita ai loro amici. Il più grande bene che mi possa capitare, è di andarmene allo sposo. Siate fedeli a uno sposo così buono!”.
Giovanni Bernardi