I Santi Luigi Versiglia e Callisto Caravario testimoniarono la loro forte fede nel loro grande impegno missionario fino all’ultimo istante, senza mai rinnegarla.
Santi Luigi Versiglia e Callisto Caravario – photo web sourceNel 1885 san Giovanni Bosco vide in un sogno vide due grandi calici che si alzavano in cielo. L’uno era pieno di sudore e l’altro di sangue. Vide inoltre che nel momento in cui in Cina un calice si fosse riempito di sangue, a quel punto l’Opera Salesiana si sarebbe in maniera esemplare tra quel popolo.
La partenza per la terra cinese nel nome del Signore
Nel 1918 un gruppo di missionari Salesiani partì da Valdocco, in Torino, per la Cina. Don Paolo Albera, il Rettor Maggiore dell’ordine, donò loro il calice con cui aveva celebrato le sue nozze d’oro di consacrazione e i cinquant’anni del Santuario di Maria Ausiliatrice.
In terra cinese, le opere realizzate dalle missioni dei salesiani furono innumerevoli, capeggiati dal grande e prolifico impegno del Vescovo Luigi Versiglia. Tra i maggiori sostenitori dell’opera del vescovo, c’era il giovane don Callisto Caravario, che conobbe monsignor Versiglia quando aveva ancora sedici anni. In quell’incontro gli disse: “la seguirò in Cina”. Così fu.
Il giovane era pronto a qualsiasi cosa pur di seguire il volere di Dio
Si imbarcò a ventuno anni per l’estremo Oriente, dove lavorò prima a Timor poi a Shangai e infine a Schiu Chow. Lì fu ordinato sacerdote da monsignor Versiglia nel 1929. Lasciò due lettere struggenti alla famiglia, e in particolare alla mamma, dicendole: “Oramai il tuo Callisto non è più tuo, deve essere completamente del Signore, dedicato completamente al suo servizio!”.
Il giovane era pronto a qualsiasi cosa pur di seguire il volere di Dio e dare adito al suo amore per Lui. “Sarà breve o lungo il mio sacerdozio? Non lo so, l’importante è che io faccia bene e che presentandomi al Signore io possa dire d’aver, col suo aiuto, fatto fruttare le grazie che Egli mi ha dato“, scrisse.
I due partirono insieme il 24 febbraio. Poi il drammatico evento
Il Vescovo Luigi Versiglia e don Callisto Caravario partirono insieme il 24 febbraio, diretti verso la Cina, che stava vivendo una pesante situazione politico-sociale. “Se aspettiamo che le vie siano sicure, non si parte più… No no, guai se la paura prende il sopravvento! Sarà quel che Dio vorrà!”, disse il Vescovo.
Arrivati il giorno seguente, sul fiume Pak-kong. Mentre stavano recitando l’Angelus una decina di uomini saltarono sopra la loro imbarcazione puntando i fucili contro di loro. “Sotto quale protezione viaggiate?”, domandano. Sotto il tettuccio, c’erano tre donne e i due religiosi, che subito fecero barriera. I criminali scagliarono il calcio del fucile contro di loro.
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Il santo Callisto Caravario – photo web sourceIl vescovo e don Callisto gridano il nome di Gesù e di Maria, invocando la loro fede, mentre i missionari li trascinano nel bosco. “Bisogna distruggere la Chiesa Cattolica”, urla un bandito. I due vennero uccisi con cinque colpi di fucile mentre pregavano ad alta voce, in maniera serena. Testimoniarono così la loro fede in Cristo.
Le tre giovani e i due allievi che erano con loro videro tutto e lo testimoniarono dopo essere riusciti a scappare. Le spoglie dei martiri furono raccolte e sepolte a Schiu Chow, poi dissepolte e disperse.
Giovanni Bernardi