Furono vittime del duro scontro tra il governo anti-cristiano e laicato cattolico, perché decisero di prendere la strada indicatagli dal Signore.
Il sacerdote Cristoforo Magallanes venne ucciso in uno dei periodi in assoluto più duri per la Chiesa messicana perseguitata, in odio alla fede il 25 maggio 1927 insieme ad altri 24 compagni. Si tratta di anni, i primi del ventesimo secolo, molto difficili per la Chiesa messicana, in particolare dopo che il presidente appoggiò nel 1917 una nuova Costituzione ispirata a principi anticlericali.
I duri anni della violenta persecuzione anti-cristiana
Subito i vescovi si opposero ma ottennero solamente una violentissima reazione da parte del governo. Cambiando il presidente, la situazione infatti prese una piega estremamente peggiore, in particolare quando il 31 luglio 1926 venne sospeso il culto pubblico in tutte le chiese del Paese. Era la prima volta dopo quattrocento anni, e il clero cattolico cominciò ad essere fortemente vessato.
I sacerdoti stranieri finirono espulsi, le scuole private d’ispirazione cattolica chiuse e messe fuori legge, molte opere benefiche facenti capo alla Chiesa vennero abolite. Si tratta, in sostanza, di una vera durissima persecuzione. Di fronte a questo dramma, però, il popolo non stette a guardare. Presto il laicato messicano si organizzò in una formazione chiamata Lega in Difesa della Libertà religiosa.
La situazione degenera e si arriva alla terribile lotta armata
A questa formazione i sacerdoti, nonostante le richieste che gli arrivarono, preferirono non dare sostegno ma perseguire una soluzione pacifica. Non a caso in poco tempo la situazione degenera e si arriva alla lotta armata. Era infatti scoppiata la guerra civile, a cui non si sottraggono i fedeli che puntano a difendere a ogni costo la propria libertà religiosa.
Ci sono sacerdoti che abbandonano le parrocchie, altri che si dichiarano ostili al movimento, ma la gran parte non lascia in alcun modo sola la propria gente, e l’impegno è tutto rivolto alla cura delle anime. Tra questi vi è anche Cristobal Magallanes, noto come il sacerdote di tutti, nato a Guadalajara nel 1869 da una famiglia di contadini.
La predicazione di Cristobal per le vocazioni e il distacco dai beni
Da loro imparò fin da giovane a pregare il Sacro Cuore di Gesù e la Madonna del Rosari, e una volta diventato parroco del suo villaggio natale apre una missione ad Azqueltán, tra gli indigeni Huicholes. La sua intenzione era quella di evangelizzare e fondò così diverse scuole, un ospizio per orfani e una casa di riposo per anziani.
La sua devozione a Maria è forte ed è ciò che lo fa andare avanti maggiormente. L’obiettivo è quello di divulgare il più possibile la preghiera del Rosario, mentre predica il distacco dai beni materiali e si adopera per il miglioramento del tenore di vita dei suoi concittadini. La sua predicazione però guarda molto alle vocazioni sacerdotali, e nel momento che il seminario a Guadalajara viene chiuso, fonda un piccolo seminario nella sua parrocchia per la preparazione dei futuri sacerdoti.
Il prete scelse di non aderire al “movimiento cristero” pagò con la vita
Davanti alla diffusione del “movimiento cristero”, però, Cristobal scelse di non aderire, respingendo cioè in maniera categoria l’uso della violenza, consapevole del fatto che Gesù né gli Apostoli vi abbiano mai fatto ricorso. Nel suo cuore è scritto chiaramente che l’unica arma della Chiesa è la Parola di Dio. Lo spiega anche in un noto articolo sul giornale.
LEGGI ANCHE: Oggi 30 aprile: Beato Benedetto da Urbino e il suo odio radicale per il peccato
All’alba del 21 maggio 1927 viene arrestato dall’esercito federale e accusato di sostenere la ribellione. Viene poi condannato a morte per il solo fatto di essere un sacerdote. Fu fucilato a Colotlán, pochi giorni dopo, insieme ad altri ventiquattro suoi compagni.
Giovanni Bernardi