Tutti noi siamo chiamati alla santità, ma come di avvia un processo di canonizzazione, nella realtà terrena?
La canonizzazione è l’atto col quale si proclama la santità di una persona. E’ un vero e proprio processo/percorso che può durare diversi anni o addirittura secoli, con le dovute eccezioni.
Ci sono due tipi di procedimento. Se la persona è morta da Martire, la procedura viene semplificata e mirata ad accertare solo se si tratta di una morte causata dall’odio verso la fede cristiana. Se, invece, la persona è deceduta di morte naturale, l’iter da seguire è un altro. Prima di tutto c’è bisogno di testimoni che parlino del presunto Santo/a, e della sua condotta, disposti a inoltrare richiesta al Vescovo, perché autorizzi l’inchiesta diocesana.
L’incaricato, designato a presentare una tale richiesta, è definito Postulatore della Causa. Sara il riferimento per la Congregazione per le Cause dei Santi, l’organismo della Santa Sede che si occuperà del processo.
Solitamente, il percorso non può essere avviato, se non dopo 5 anni dalla morte della persona, tranne che per diverse disposizioni del Papa, come è avvenuto nel caso di Giovanni Paolo II.
La Congregazione per le Cause dei Santi, dopo un preliminare esame, dichiara il Nulla Osta (niente da opporre), perché il presunto Santo/a sia designato come Servo di Dio e si proceda ulteriormente con l’inchiesta.
A quel punto, si contattano tutte le persone possibili, in grado di fornire testimonianze o documenti, al fine di esaminarne la fama di santità ed eventuali situazioni di miracolo. I documenti raccolti vengono poi inviati a Roma, dove la Congregazione per le Cause dei Santi nominerà un relatore. Questi organizzerà il materiale in una Positio Super Virtutibus, un dossier atto a dimostrare la tesi supposta, nei riguardi del Servo di Dio.
Nel 1587, c’era anche un relatore dell’opposizione, chiamato popolarmente “avvocato del diavolo”, che è stato poi soppresso nel 1983.
In seguito, una commissione di 9 teologi (Congresso dei Teologi) esaminerà la Positio Super Virtutibus e, se il parere sarà positivo, il Papa dichiarerà Venerabile la persona processata.
Ora, si deve cercare e dimostrare un miracolo avvenuto per intercessione del Venerabile, perché si arrivi alla proclamazione di Beato. Sono da ritenere episodi miracolosi anche i seguenti: incorruttibilità del corpo dopo la morte (come fu per Santa Caterina da Bologna, dopo 550 anni dalla morte), liquefazione del sangue (come per San Gennaro), Odore di Santità emanata dal corpo del defunto (come per Santa Teresa d’Avila).
Il miracolo che più spesso spinge avanti la causa è quello della guarigione istantanea da una malattia grave. Questa verrà valutata da 5 medici, che dovranno dichiarare di non trovare alcuna spiegazione scientifica in merito. Le dichiarazioni raccolte passeranno poi al vaglio di 7 teologi; in seguito di Vescovi e Cardinali designati.
Dopo di ciò, il Papa, con una Messa solenne, deciderà la data della memoria nel calendario liturgico, per l’ormai proclamato Beato. Il Beato potrà diventare Santo a seguito di un altro miracolo, da esaminare, nel dettaglio, sempre secondo le procedure suddette.
Così, il Santo sarà innalzato agli onori degli altari direttamente dal Papa, con un atto formale che conclude di fatto l’iter del processo di canonizzazione.
Antonella Sanicanti
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