Le Sante Rufina e Seconda furono promesse spose di due correligionari: Armentario e Verino. Subirono il martirio a Roma, dopo essersi rifiutate di rinnegare la loro fede cristiana.
Le fonti relative alle vicende biografiche delle due sante le ricaviamo dal Martirologio Geronimiano, dagli Itinerari Romani, dalla Notizia di Guglielmo di Malmesmury, nel Calendario Marmorei di Napoli e dal Martirologio Romano. Le Sante Rufina e Seconda furono sorelle e furono promesse spose a due giovani cristiani. La vita per i cristiani del III secolo non era di certo facile e le persecuzioni erano all’ordine del giorno. A seguito delle numerose persecuzioni, i due giovani promessi sposi delle Sante apostatarono e dunque rinnegarono la loro fede. Questo gesto portò Rufina e Seconda a fare voto di verginità.
I due fidanzati non avevano intenzione di rinunciare alle due giovani Sante. Cercarono in ogni modo di indurle a rinnegare la loro fede, come loro avevano fatto, per proseguire il loro fidanzamento. Rufina e Seconda rifiutarono la proposta dei loro fidanzati e per questo subirono una denuncia pubblica. Il Conte Archesilao fece perseguitare le due giovani ragazze, che cercarono rifugio, allontanandosi da Roma. Tuttavia, i persecutori le raggiunsero e le consegnarono a Giunto Donato, prefetto romano.
I persecutori sottoposero le due sorelle a interrogatori e pressioni. La fede che accompagnava le due Sante le portò al netto rifiuto dell’apostasia e, vista la loro resistenza e il loro rifiuto, il prefetto le condannò a morte. Le autorità portarono le due giovani in un luogo chiamato Silva Nigra, sulla Via Cornelia. Qui Santa Rufinasubì il martirio per decapitazione, mentre Santa Seconda ricevette una serie di bastonate, fino alla morte. I loro corpi furono successivamente abbandonati. Le due Sante apparirono in sogno alla Matrona romana Plautilla e le indicarono il luogo del martirio. Grazie a questo straordinario avvenimento, la matrona diede degna sepoltura alle due giovani martiri.
La Silva Nigra, luogo del martirio, fu successivamente denominato Silva Candida, in onore e in memoria delle Sante Rufina e Seconda e del successivo martirio (avvenuto nello stesso luogo) dei Santi Marcellino e Pietro. Papa Giulio I fece erigere una basilica sulla loro tomba nel IV secolo. Tale basilica divenne poi nel V secolo sede episcopale ed ebbe dunque un proprio vescovo, che nel 501 si sottoscriveva episcopus Silvae Candidae e più tardi come episcopus Sanctae Rufinae. La Chiesa festeggia la loro memoria liturgica il 10 luglio.
Fabio Amicosante
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