Sant’Agostina, il Santo di oggi 13 novembre: una vita negli ospedali

Sant’Agostina dedicò tutta la sua vita all’assistenza dei malati negli ospedali. La Santa fu uccisa da uno dei suoi pazienti, che più volte la minacciò.

Sant'Agostina Pietrantoni suora
Sant’Agostina Pietrantoni (websource)

Sant’Agostina Pietrantoni, al secolo Livia, nacque a Pozzaglia Sabina, il 27 marzo 1864. Proveniente da una famiglia tradizionalmente cristiana, ricevette il Battesimo e fu guidata alla conoscenza dei principi cristiani dai genitori stessi. Questi ultimi erano semplici contadini e, in famiglia, il lavoro e la quotidiana preghiera erano punti di riferimento ben saldi.

Sant’Agostina Pietrantoni e gli studi

Non tardò a manifestarsi per la Santa un’inclinazione religiosa, che avrebbe in futuro caratterizzato la sua vita. Spesso, in gioventù, Livia desiderava raccogliersi in preghiera, nella completa solitudine. Le precarie condizioni economiche in cui verteva la sua famiglia, non le permisero di frequentare con costanza e regolarità gli studi, ma, nonostante ciò, si dimostrò una grande mente, tanto che le compagne la soprannominarono “professora”.

La vita religiosa

La sua volontà di abbracciare la vita religiosa si manifestò definitivamente intorno ai vent’anni. Il 23 marzo del 1886 entrò come postulante nella Casa Generalizia delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. L’anno successivo divenne suora, assumendo il nome religioso di Suor Agostina. Da questo momento in poi iniziò per la Santa un’intensa attività caritatevole, che l’accompagnò fino alla fine della sua vita terrena.

Una vita per il prossimo

Giunta a Roma, dove abbracciò definitivamente la vita in Cristo, Sant’Agostina fu inviata all’ospedale Santo Spirito, dove poté offrire il suo contributo personale. Sulla scia dei grandi Santi che l’hanno preceduta, come Carlo Borromeo, Giuseppe Calasanzio, Giovanni Bosco e Camillo de Lellis, la giovane Agostina poté operare il suo servizio caritatevole, donandosi completamente al prossimo.

Le difficili condizioni

Tuttavia, le condizioni sociali in cui operò Sant’Agostina non erano favorevoli: il clima che si respirava negli ospedali, in piena Questione Romana, era assai ostile alla religione. Molti Padri Cappuccini furono cacciati dagli ospedali, venne inoltre vietato il Crocifisso e qualsiasi altro segno inerente alla fede cristiana. Anche le suore non vivevano una vita tranquilla, seppur non bandite, il loro lavoro era ostacolato in ogni modo.

La dedizione di Sant’Agostina

Ciononostante, l’impegno con il quale operò la Santa fu ammirevole. La preghiera era la sua fonte di forza più grande. Lavorò principalmente nel reparto dei bambini e, dopo esser stata contagiata da tubercolosi, dalla quale guarì miracolosamente, decise di assistere gli adulti nel reparto tubercolotici. Qui iniziò un vero e proprio calvario per la Santa. La blasfemia e la violenza erano all’ordine del giorno. Agostina si fece forza e non rinunciò mai al suo servizio, nonostante le continue minacce ricevute.

Il martirio

Il più violento di tutti i pazienti si chiamava Giuseppe Romanelli. A causa del suo comportamento fu addirittura cacciato dall’ospedale. Il bandito volle vendicarsi e scelse la Santa come vittima. Il 13 novembre del 1894, Romanelli uccise a pugnalate Sant’Agostina, che in punto di morte, invocò la Vergine Maria e perdonò l’assassino.

Culto

Nel corso del Novecento si lavorò al processo di canonizzazione di Suor Agostina. Il 12 novembre del 1972, Papa Paolo VI la dichiarò Beata, definendola “semplice, limpida, pura, amorosa e, alla fine, dolorosa e tragica, anzi, simbolica”. Suor Agostina divenne Santa nel 1999, durante il pontificato di San Giovanni Paolo II. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 13 novembre, suo dies natalis.

Fabio Amicosante

 

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