Sant’Eliseo fu un profeta le cui vicende sono narrate nella Bibbia. Il suo nome (in ebraico Eliša) significa “Dio è mia salvezza”.
Le notizie riguardanti il profeta Eliseo le ricaviamo dal Testo Sacro, nell’Antico Testamento. È considerato profeta anche nella religione islamica, dove è chiamato Al-Yasa. Sant’Eliseo visse nel IX secolo avanti Cristo. Figlio di Safàt, Eliseo divenne discepolo di Elia, profeta della città di Tishbà e una delle figure di maggior rilievo dell’Antico Testamento. Javhé ordinò al profeta Elia di ordinare Eliseo profeta e suo successore. Dunque Elia si mise in cerca di Eliseo e il Testo Sacro ci dice che lo trovò al lavoro, mentre stava arando.
Eliseo fu un uomo deciso, questo lo si nota dalla prontezza con cui accettò la proposta di Elia. Mentre il Santo stava arando il dodicesimo paio di Buoi, Elia gli gettò addosso il proprio mantello e gli disse di seguirlo. Eliseo accettò e chiese ad Elia di poter prima andare a salutare suo padre e sua madre. Dopo averli salutati, immolò due buoi e ne fece cuocere le carni, facendole mangiare al suo popolo. Solo allora poté mettersi al servizio del profeta Elia.
Fu in questo modo che Elia investì della carica profetica il discepolo Eliseo. Lo adottò come un figlio. Sant’Eliseo fu il suo principale discepolo, fino a quando Elia ascese al cielo, sopra un turbine di fuoco, sulla strada per Gèrico. Il gesto del mantello fu emblematico poiché proprio grazie ad esso Eliseo riuscì ad attraversare il fiume Giordano, dividendone le acque. Giunse a Gèrico, dove la popolazione lo riconobbe come vero erede di Elia. Qui avvenne il miracolo che vide il profeta protagonista: Eliseo guarì la terra arida con sale e acqua.
La Bibbia ci riporta numerosi prodigi del profeta Eliseo: rese potabile l’acqua a Gèrico, rese inesauribile l’olio di oliva di una vedova e, ancora, risuscitò il figlio di una sunamita che lo ospitava. Un altro miracolo vide protagonista il generale del re di Damasco, Naaman: Eliseo lo guarì dalla lebbra. Prima della sua permanenza in Samaria, Eliseo si stabilì per un po’ sul Monte Carmelo. In quel luogo una visione gli predisse la vittoria dell’esercito dei moabiti nella guerra.
Sant’Eliseo morì nel 790 a.C. circa. Durante l’impero di Giuliano l’Apostata (ultimo sovrano dichiaratamente pagano) molte reliquie furono distrutte, tra cui quelle di Eliseo e di Giovanni Battista. Rufino d’Aquileia ci narra che i cristiani riuscirono a portare in salvo quelle di Eliseo e nel 1970, durante i lavori di restauro nel monastero di San Macario il Grande (Egitto), queste furono ritrovate. Il culto dei profeti Elia ed Eliseo si diffuse per opera dei Carmelitani scalzi. Grazie all’ordine religioso, il culto divenne ufficialmente festa nel 1399. La Chiesa festeggia la memoria liturgica di Sant’Eliseo il 14 giugno.
Fabio Amicosante
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