San Serapio prese parte alla Crociata in Terra Santa nel 1217. Entrò nell’Ordine dei Mercedari, come laico. Attuò molte redenzioni, salvando molte anime.
Di origini inglesi, San Serapio nacque a Londra, nel 1179. La sua famiglia era tradizionalmente nobile, suo padre era capitano della corte inglese di Enrico II. Il giovane Serapio, da sempre legato al mondo militare, partecipò insieme a suo padre alle Crociate. Nello specifico, prese parte alla conquista di Tolemaide e all’assedio di Ascalona. Di ritorno dalle battaglie, furono fatti prigionieri del duca d’Austria. Il Principe Leopoldo d’Austria, dopo qualche tempo, volle liberare solo suo padre, tenendo con sé il giovane Serapio.
San Serapio e le Crociate
Entrato al servizio del Principe Leopoldo d’Austria, Serapio prese parte alla spedizione contro i Mori. La spedizione arrivò fino in Spagna e il Santo prese parte alle successive battaglie, partendo anche per la quinta Crociata, nel 1217, prima in Palestina e successivamente in Egitto. Nel 1218 avvenne per il Santo un incontro molto importante, incontro che avrebbe per sempre influenzato la sua vita.
L’incontro con San Pietro Nolasco
L’incontro più importante della vita del Santo fu quello con San Pietro Nolasco, il fondatore dell’Ordine di Maria Santissima della Mercede. L’Ordine aveva lo scopo di riscattare i prigionieri cristiani, che erano stati fatti schiavi dai mori. Alcune volte, i membri dell’ordine, attraverso il quarto voto, s’impegnavano a sostituirli personalmente nella prigionia. Il Santo decise, nel 1222, di entrare a far parte dell’Ordine, ricevendo l’abito come cavaliere laico dell’Ordine.
Le redenzioni e la diffusione dell’Ordine
Dopo aver vestito l’abito dell’Ordine, il Santo si occupò di opere quali le elemosine, attraverso la questua e, in particolar modo, le redenzioni. Con redenzione si intendeva il riscatto dei prigionieri cristiani. La prima redenzione compiuta dal Santo risale al 1229. Insieme a San Raimondo Nonnato, Serapio liberò 150 schiavi in Algeria. Nel 1232, tornò di nuovo ad Algeri, dove liberò 228 schiavi. Dopo qualche tempo, il Santo fu inviato da Pietro Nolasco, in Inghilterra, sua patria, per diffondervi l’Ordine, dopodiché, passò in Scozia e in Irlanda.
Il martirio
Tornato in Spagna, compì nuove redenzioni, liberando 87 schiavi ad Algeri, dove però rimase in ostaggio per liberare altri cristiani. Ivi, predicò con molta efficacia, convertendo molte persone. Le conversioni e le predicazioni fecero infuriare i mori, i quali lo legarono ad una croce, come quella di Sant’Andrea, e infierirono su di lui. Tuttavia, la somma pattuita per il riscatto non arrivò in tempo e i mori lo uccisero crudelmente.
Culto
San Serapio ricevette la palma del martirio il 14 novembre del 1240. La sua fama di Santità si era diffusa già da tempo e la conferma del culto ebbe luogo nel 1625, grazie a Papa Urbano VIII. Nel 1743, Papa Benedetto XIV lo proclamò Santo. Dal Martirologio Romano: “Ad Algeri nell’Africa settentrionale, San Serapione, che, primo nell’Ordine della Beata Maria della Mercede, meritò di ottenere la palma del martirio lottando per la liberazione dei prigionieri cristiani e la predicazione della fede”. La chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 14 novembre, suo dies natalis.
Fabio Amicosante