San Callisto I fu il 16° Pontefice della Chiesa Cattolica. La sua personale esperienza lo vide trasformarsi da schiavo (costretto ai lavori forzati) a Papa.
Divenuto Pontefice, San Callisto I ebbe diversi avversari politici, tra cui alcuni cristiani dissidenti. Le maggiori notizie biografiche del Santo le ricaviamo dagli scritti di Sant’Ippolito, teologo e scrittore romano. Ippolito ci racconta che San Callisto I era uno schiavo e malversatore di denaro del suo padrone Carpoforo. Tra le diverse condanne ricevute, la più nota è la condanna ai lavori forzati nelle miniere di Sardegna, risalente all’anno 186.
Le vicende biografiche del Santo Pontefice iniziano a rendersi più chiare e precise dal momento della sua liberazione. Sappiamo infatti che dopo il 190-192, il Santo fu liberato. Trovatosi nella condizione di liberto, aprì un banco in una zona romana frequentata quasi esclusivamente da cristiani. Tuttavia la crisi finanziaria del II secolo colpì anche la sua attività, che il Santo fu costretto a chiudere dopo poco tempo. Non passarono molti anni quando il futuro Pontefice divenne diacono. Ricevette anche la direzione di un cimitero, che prenderà poi il nome di Catacombe di San Callisto.
Alla morte di Papa Zefirino, nel 217 il Santo venne eletto Papa, con il nome di Callisto I. Il neoeletto Pontefice si trovò a dover affrontare fin da subito diversi problemi di natura dottrinale: in quel periodo coesistevano (all’interno della comunità cristiana) diverse fazioni, che si opponevano soprattutto sulla questione legata alla natura del Padre e del Figlio. San Callisto I riuscì a mantenere una posizione tutto sommato mediana e a difendere l’unità dottrinale della Chiesa.
San Callisto I chiarì fin da subito il suo punto di vista riguardo la controversia che si stava diffondendo al tempo. Nell’opera Elenchos, nota anche come Refutatio omnium haeresium o Philosophoumena (opera tuttavia ostile a Callisto), leggiamo in linea di massima il suo pensiero. Essendo un’opera di parte, è possibile che il suo pensiero sia stato alterato in parte.
Leggiamo dall’Elenchos: «Il Logos è Figlio, e il medesimo è certo chiamato anche col nome di Padre, ma perché è una cosa sola lo spirito indiviso. Non è una cosa il Padre e un’altra cosa il Figlio, ma sono una sola e medesima cosa. E ogni realtà è ripiena di Spirito Divino, quella superiore e quella inferiore. E lo spirito che si è fatto carne nella Vergine non è altro dal Padre, ma è uno solo e medesimo. Questo significa ciò che è stato detto: “Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (Giovanni 14, 10)».
Continua il Pontefice: «Infatti ciò che si vede, cioè l’uomo, questo è il Figlio, mentre lo Spirito che è disceso nel Figlio questo è il Padre. Dunque non affermerò due dei, il Padre e il Figlio, ma uno solo. Il Padre venuto in lui e assunta la carne la divinizzò unendola a sé e facendola una cosa sola, così che si chiama Padre e Figlio il solo Dio e questa realtà essendo un solo prosopon non può essere due e così il Padre ha compatito con il Figlio».
San Callisto I subì il martirio nell’anno 222. Secondo la tradizione, l’Imperatore Alessandro Severo era piuttosto tollerante nei confronti dei cristiani. Infatti, proprio in assenza dell’Imperatore, alcuni pagani catturarono il Pontefice e lo defenestrarono con un sasso legato al collo. Infine lo annegarono in un pozzo. San Callisto I fu sepolto nella catacomba di Calepodio, sulla via Aurelia. Le sue reliquie furono traslate nell’VIII secolo nella Basilica Maggiore di Santa Maria in Trastevere. San Callisto I è Santo patrono di coloro che lavorano nei cimiteri. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 14 ottobre.
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Fabio Amicosante
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