Santa Caterina Fieschi Adorno visse tra XV e XVI secolo. La sua esperienza racconta una bellissima storia di conversione: da quel momento dedicò la sua vita al prossimo.
Quello di Santa Caterina Fieschi Adorno è un percorso di vita straordinario: dopo anni di vita frivola e mondana, iniziò la sua conversione, una conversione che la portò a dedicare sé stessa agli ultimi e agli ammalati. Santa Caterina nacque nel 1447, da una delle più importanti famiglie di Genova. Come spesso accadeva per le ragazze di nobile famiglia dell’epoca, Caterina andò in sposa, volente o nolente, al nobile Giuliano Adorno. Fu la sua esperienza mistica a liberarla da questa difficile situazione. Un incontro con la sorella suora le cambiò la vita.
Il cambio di rotta, nella vita della Santa, si manifestò principalmente attraverso la dedizione agli abbandonati. Caterina iniziò infatti a impegnarsi guardando dritta a un unico obiettivo: vivere l’esperienza dell’amore di Dio. In che modo? Aiutando le persone più infelici e più disprezzate.
La sua personale esperienza passa anche attraverso l’operato in ospedale. Santa Caterina Fieschi, infatti, in quell’occasione mostrò grandi doti, per così dire, manageriali. Fu lei a cambiare le norme organizzative di molti ospedali, rendendoli molto più efficienti. La Satna cercò sempre il meglio tra medici e cure. Questa fervente impostazione lavorativa veniva però da qualcosa di molto più profondo: la consapevolezza che l’amore di Dio si manifesta anche in questo modo, attraverso il costante aiuto.
Il suo grande carisma fece sì che il notaio Ettore Vernazza, grande umanista del tempo, diede vita alla fraternità del Divino Amore, proprio su impulso della Santa. Si trattava di un movimento formato dal clero e dai laici volto a una forma radicale della vita cristiana. Sempre, anche attraverso la nuova istituzione, la Santa stette vicino agli ammalati. Lei stessa si ammalò di peste, curando una malata.
Santa Caterina era stata ormai da tempo rinominata “Madonna Caterinetta”, colei che in vita insegnò a tutti che “Bisogna piantare in li cori nostri il Divino Amore, cioè la carità”. Santa Caterina morì il 15 settembre del 1510. Sarà il Pontefice Clemente XII a proclamarla Santa nel 1737. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica nel suo dies natalis.
Fabio Amicosante
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