Ricordati insieme, i santi di oggi 16 settembre sono Cornelio e Cipriano, difensori della fede contro le eresie e furono per questo martirizzati.
Le vite dei Santi Cornelio e Cipriano, che si commemorano oggi 16 settembre, si sono intrecciate in un’epoca storica piena di conflittualità. Sono entrambi martiri del III secolo, uccisi durante le persecuzioni ai cristiani avvenute nei primi secoli del cristianesimo.
Di Cornelio si sa che era originario di Roma e fu eletto papa nel 251. Conosciuto come uomo mite e umile si trovò coinvolto nelle prime crisi che attraversò la Chiesa a causa delle tesi eretiche che circolavano.
Cipriano invece era un avvocato e retore convertito che nacque a Cartagine intorno al 210. Dopo tre anni da quando avvenne la sua conversine fu nominato vescovo della sua città.
La commemorazione nello stesso giorno di questi due santi è molto antica e risulta presente già nel Martirologio Geronimiano. La data scelta è in riferimento all’elezione al soglio pontificio di Cornelio e al giorno della decapitazione di Cipriano.
Quando Cornelio fu eletto papa erano trascorsi alcuni anni di sede vacante a causa della persecuzione dell’imperatore Decio che aveva inflitto un duro colpo alla Chiesa. Era in un clima difficile che si inseriva il nuovo pontefice e dovette scontrarsi molto presto con l’eretico Novaziano che promosse uno scisma diventando un antipapa.
Nel frattempo Cipriano, dopo essersi convertito era diventato vescovo e si trovava ad affrontare la disputa teologica relativa ai cosiddetti “lapsi”, ovvero coloro che nel corso delle persecuzioni precedenti erano diventati apostati e poi avevano fatto rientro nella Chiesa.
Si discuteva se fosse giusto che fossero riammessi senza aver fatto penitenza, ma solo con un formale atto di riconciliazione. In quel periodo inoltre imperversò un’epidemia a Roma a cui seguì la persecuzione di Gallo.
Nella lotta con l’antipapa Novaziano, Cornelio ricevette il supporto del vescovo Cipriano che fu tra coloro che lo riconoscevano come legittimo pontefice. Cipriano era inviso ai rigoristi per il suo atteggiamento di apertura ai lapsi. In un Concilio convocato a Cartagine nel 252 condanna l’antivescovo e il sostenitore dell’antipapa.
Il papa Cornelio gli offrì il suo appoggio e confermò la condanna scomunicandoli. Condussero così insieme la lotta alle eresie di quel tempo. Nel 253 Cornelio fu esiliato e imprigionato a Civitavecchia e lì morì: era durante la persecuzione di Gallo. Il suo corpo fu trasportato nelle catacombe di San Callisto, dove riposa.
Arrivò poi la persecuzione di Valeriano e Cipriano, che era tornato da Roma a Cartagine in clandestinità fu trovato e lì potè dare testimonianza di fede morendo con il martirio. Era solo pochi anni dopo la morte di Cornelio, nel 258, quando venne decapitato per essersi rifiutato di offrire sacrifici agli dei pagani.
Il suo sangue fu raccolto dai confratelli e impresso in dei panni che divennero un’importante reliquia andata perduta. Il Martirologio Romano ricorda questi due santi sottolineando che “il mondo cristiano li loda con una sola voce come testimoni di amore per quella verità che non conosce cedimenti, da loro professata in tempi di persecuzione davanti alla Chiesa di Dio e al mondo”.
O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano,
pastori generosi e martiti intrepidi,
con il loro aiuto rendici forti e perseveranti nella fede,
per collaborare assiduamente all’unità della Chiesa.
Amen
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