San Roberto Bellarmino fu proclamato Dottore della Chiesa nel 1931. I suoi scritti teologici raccoglievano tematiche esegetiche, pastorali e ascetiche.
San Roberto Bellarmino nacque a Montepulciano (Siena) il 4 ottobre del 1542. Il Santo proveniva da una famiglia tradizionalmente nobile, ma in difficoltà economiche. Ebbe fin da subito uno stretto legame con i gesuiti, essendo stato educato nel collegio gesuita della sua città. La sua vocazione spirituale lo spinse, all’età di diciotto anni, ad entrare nella Compagnia del Gesù. Nonostante i suoi genitori (in particolare suo padre) volevano per lui una carriera laica, il giovane Roberto seguì il suo cuore e ricevette l’ordinazione sacerdotale.
Già da giovane studente, Roberto si contraddistinse per le sue doti letterarie. Dopo esser diventato Sacerdote, il Santo ricevette la cattedra di teologia in Belgio, attirando un gran numero di studenti durante le sue lezioni. La notizia non passò inosservata e, nel 1576, Papa Gregorio XIII lo richiamò in Italia per affidargli la neonata cattedra di Controversie (corrispondente alla cattedra di Apologetica), istituita subito dopo la chiusura del Concilio tridentino. Le sue lezioni attirarono così tanti studenti, che addirittura in Germania e in Inghilterra furono istituite cattedre per replicare gli insegnamenti di Bellarmino.
San Roberto Bellarmino ebbe il privilegio di assistere, negli ultimi anni della sua vita, San Luigi Gonzaga, che in quegli anni era anche tra i suoi alunni. Il giovane Luigi, che morì all’età di ventitré anni, aveva contratto un male per salvare un uomo affetto dalla peste. San Roberto assistette il giovane Santo fino alla fine della sua vita terrena e si occupò personalmente di promuoverne il processo di beatificazione e canonizzazione, conclusosi nel 1726.
Durante la sua carriera ecclesiastica, il Santo toscano ricevette diverse nomine, da quella vescovile a quella cardinalizia, essendo stato creato Cardinale Presbitero nel 1599. Ma già qualche anno prima, il Santo aveva ricevuto un’altra nomina, quella di consultore del Sant’Uffizio. A tal proposito vediamo San Roberto coinvolto nel famoso processo a Giordano Bruno. In quegli anni, il frate domenicano era stato condannato come eretico e si era fatto promotore di nuove idee religiose e filosofiche. San Roberto cercò di fargli abiurare le sue tesi, nel tentativo di salvarlo dalla condanna.
San Roberto Bellarmino ebbe un ruolo attivo anche nella prima parte del processo nei confronti di Galileo Galilei. La prima inchiesta, alla quale partecipò Bellarmino, risale all’anno 1616 e il Sant’Uffizio prese in esame la teoria eliocentrica dello scienziato, il quale ebbe colloqui diretti con Papa Paolo V. Bellarmino, che era in buoni rapporti con Galilei, dimostrò un atteggiamento aperto verso le teorie scientifiche, ammonendolo però di mantenerle come ipotesi, senza cercare una dimostrazione della loro esattezza.
Negli ultimi anni della sua vita, San Roberto continuò ad operare nonostante la sua precaria salute. Dopo aver contribuito a far approvare dalla Santa Sede l’Ordine della Visitazione di Santa Maria di Francesco di Sales, si impegnò nella stesura di un “piccolo Catechismo” e di un “grande Catechismo”. Quest’ultimo fu fonte di ispirazione per molti giovani e fu utilizzato fino a tutto il XIX secolo.
San Roberto Bellarmino morì a Roma il 17 settembre del 1621. La Compagnia del Gesù promosse il suo processo di canonizzazione poco dopo la sua morte. Ricevette il titolo di Venerabile nel 1627. Il processo si protrasse a lungo e riprese solo nel 1920, durante il pontificato di Benedetto XV. Roberto Bellarmino divenne Santo il 29 giugno del 1930 durante il pontificato di Pio XI. Ricevette la nomina di Dottore della Chiesa solamente un anno dopo. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 17 settembre, nel suo dies natalis.
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Fabio Amicosante
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