San Romano di Antiochia visse durante le persecuzioni di Diocleziano. Diacono e predicatore, salvò molte anime decise ad abiurare la loro fede, pur di non morire.
Nel calendario liturgico, sono numerosi i Santi che portano il nome Romano. Il Santo che festeggiamo oggi è però uno dei più venerati, poiché tra i più antichi. Sappiamo infatti, che San Romano di Antiochia visse negli anni della nascente Chiesa cristiana, anni tuttavia molto difficili, poiché le persecuzioni erano all’ordine del giorno. Tra gli Imperatori più spietati nei confronti del nascente culto, si annovera Diocleziano, autore di quella che è passata alla storia come la Grande Persecuzione.
San Romano, originario di Cesarea, si trovava ad Antiochia. Proveniva da una famiglia di tradizione nobile e devota a Cristo. Il Santo aveva fatto molta esperienza, durante la sua vita, nella pratica di esorcista, documentandosi con molto rigore. Nella nascente Chiesa, Romano aveva dunque il doppio ruolo di Diacono ed esorcista. Come detto, in quegli anni, i cristiani vivevano una difficilissima situazione sociale, poiché vittime di continue persecuzioni. Accadeva spesso che i cristiani abiurassero il loro credo e si professassero di nuovo fedeli alle divinità pagane.
Fervente predicatore, San Romano lavorò con molto impegno per evitare quello che spesso accadeva nel mondo cristiano. L’abiura del credo, pur di mantener salva la vita, era una piaga che il Santo cercò in ogni modo di evitare. San Romano di Antiochia, con la sua predicazione, si impegnò affinché nessuno, a causa delle minacce e delle punizioni corporee, rinnegasse la propria fede in Dio.
Tuttavia, l’operato del Santo, che stava riscuotendo molto successo tra i cristiani, non piacque alle autorità romane. In particolar modo, l’Imperatore Diocleziano non apprezzò affatto quanto stava accadendo e fece arrestare il Diacono. Per ordine dell’autorità imperiale, San Romano fu torturato in maniera brutale, ma questo non piegò il suo animo, che, nonostante la tortura, continuava ad affidarsi al Signore.
Fu allora deciso che San Romano sarebbe stato arso vivo sul rogo. Condotto fuori dalla città, il Santo fu posizionato su una pira, pronta per il fuoco. Miracolosamente, in aiuto del Santo, intervenne la volontà di Dio, che fece scendere un fortissimo acquazzone, che spense le fiamme. Prima di morire, avvenne un altro miracolo: i romani decisero a quel punto di tagliare la lingua al Santo, per non farlo più parlare, ma egli, che era sempre stato balbuziente, dopo il taglio della lingua, rispose a chi gli chiedeva il suo nome: “Io mi chiamo Romano”.
San Romano fu strangolato in prigione, dopo mesi di ulteriori torture, nell’anno 304. Dal Martirologio Romano: “Ad Antiochia in Siria, San Romano, martire, che, Diacono della Chiesa di Cesarea, avendo visto durante la persecuzione dell’Imperatore Diocleziano i cristiani obbedire alle disposizioni dei suoi decreti e affrettarsi verso i santuari degli idoli, li incitò ad alta voce a rimanere saldi nella fede e, dopo aver subito crudeli torture e il taglio della lingua, strangolato in carcere con un laccio fu coronato da un glorioso martirio”. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 18 novembre.
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