Pontefice dal 536 al 537, San Silverio fu il terzo Papa della storia a rinunciare all’ufficio, dopo Clemente I e Ponziano. Costretto alla rinuncia, morì martire nell’isola di Ponza.
San Silverio nacque nel 480 circa. Di origini ciociare (con ogni probabilità nacque a Frosinone, anche se i dubbi circa il luogo di nascita sono molti), entrò al servizio della Chiesa in qualità di suddiacono di Campania. Le fonti, molte delle quali risalenti al XIX secolo, ci offrono i dettagli della vita del Santo, che divenne Pontefice nel 536, succedendo a Papa Agapito I.
San Silverio fu eletto Pontefice il 22 aprile del 536. Tuttavia buona parte del clero si oppose a tale elezione, accettandola solo dopo l’avvenuta consacrazione. Il suo pontificato, molto breve (durò solo un anno) fu travagliato, a causa delle ingenti lotte interne, di natura politico-dottrinale. In quegli anni, infatti, l’Italia, e la Chiesa tutta, stava attraversando un periodo di guerra tra Bizantini e Ostrogoti, lotte per il possesso della penisola.
Come se non bastasse, ad aggravare la situazione dottrinale, si aggiunse la disputa riguardante il monofisismo, che contava in Oriente ancora molti seguaci. La dottrina monofisita, di origine teologica, negava la natura umana di Cristo, affermandone solo la sua natura divina. Questa fu condannata nel 451, con il Concilio di Calcedonia.
Non solo la dottrina era messa a dura prova, ma la sede Papale visse un periodo molto travagliato a causa delle lotte politiche. Nel 536, a pochi mesi dall’elezione di San Silverio, Roma fu assediata dal generale Belisario. Il Re Teodato, protettore e sostenitore del Pontefice, fu deposto e ucciso dai Goti proprio in quegli anni. A pochi mesi di distanza, giunti al 357 d.C., fu la volta degli Ostrogoti. Qui iniziarono i veri problemi per il Santo Pontefice.
Chi combatteva una personale battaglia contro il Pontefice era l’Imperatrice Teodora, che più di una volta aveva cercato di convincere Silverio ad abbandonare le sue tesi contro il monofisismo. Silverio, dal canto suo, non si dimostrò disponibile ad abiurare le sue tesi e condannò ancora una volta la sua dottrina. Nuovi ostacoli si iniziarono a manifestare e le difficoltà per il Santo Pontefice, si moltiplicarono. Attraverso una lettera contraffatta, Silverio venne accusato di essersi accordato con il Re dei Goti, che stava assediando Roma.
La lettera, che accusava ingiustamente il Santo Papa, affermava che egli avrebbe offerto al Re di lasciare aperta una delle porte della città, in modo da consentirgli liberamente l’accesso, liberando Roma dai Bizantini. Il Pontefice non riuscì a confutare le tesi degli accusatori e fu dunque arrestato. Dopo l’arresto, gli fu imposto di spogliarsi del suo abito episcopale e di vestire un abito da monaco. Al suo posto subentrò Vigilio, mentre Silverio fu deportato a Patara, nella Licia.
L’Imperatore Giustiniano rimandò Papa Silverio a Roma, con la richiesta di riesaminare le lettere inquisitorie e di ristabilire la sede Papale. Il neoeletto Vigilio, impaurito dal ritorno del Santo, convinse Belisario a deportare Silverio nell’isola Palmarola (Ponza), nella quale Silverio ricevette la Palma del martirio.
Fu proprio nell’Isola di Palmarola che il Santo, per porre fine allo scisma che si era creato, abdicò l’11 novembre del 537. A causa delle pessime condizioni a cui era stato relegato in esilio, San Salverio morì martire il 2 dicembre dello stesso anno. Il suo sepolcro si affermò come importante centro di miracoli e guarigioni, divenendo meta di numerosi pellegrinaggi. San Silverio è patrono dell’isola di Ponza. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 2 dicembre, suo dies natalis.
Fabio Amicosante
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