San Matteo era un esattore delle tasse a Cafarnao. Gesù lo chiamò e gli disse: «Seguimi». Matteo abbandonò tutto e divenne suo discepolo. Il Santo è l’autore del Vangelo secondo Matteo.
Le notizie circa le vicende biografiche di San Matteo le ricaviamo principalmente dai vangeli e dagli Atti degli Apostoli. Sappiamo che il Santo era originario di Cafarnao ed era un pubblicano, dunque esattore delle tasse. «Nel passare, [Gesù] vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Egli, alzatosi, lo seguì» (Mc 2, 14). Si nota che gli evangelisti chiamano San Matteo con l’appellativo Levi. Con ogni probabilità il Santo evangelista era conosciuto con questo nome, prima di divenire apostolo di Gesù.
San Matteo nel suo Vangelo
San Matteo Apostolo è anche l’autore dell’omonimo Vangelo, a lungo ritenuto il primo dei quattro testi canonici, in ordine di tempo (gli studi moderni mettono ora al suo posto quello di Marco). Nel suo Vangelo, al capitolo 9, viene riportato il suo profilo, questa volta non viene però chiamato Levi, bensì Matteo. Alcuni suppongono che abbia cambiato il suo nome, secondo una forma tipica del tempo, per indicare il suo cambio radicale di vita, sulla stessa linea di Simone, divenuto Pietro, e Saulo, divenuto Paolo. Il nome Matteo, simbolicamente, vuol dire “Dono di Dio”.
Matteo Apostolo di Cristo
Gesù scelse Matteo come membro del gruppo dei dodici Apostoli. Dopo la chiamata del Maestro, San Matteo si alzò, lasciò tutti i suoi averi e lo seguì. Divenne suo discepolo. La testimonianza dell’illustre monaco e storico medievale, Beda il Venerabile, ci aiuta a comprendere la scelta di Matteo. Infatti, il Signore, che lo chiamò esternamente con la parola, lo istruì all’interno con un’invisibile spinta a seguirlo. Gesù infuse nel suo discepolo quella grazia spirituale affinché potesse comprendere che Colui il quale lo strappava dalle cose temporali, era capace di offrirgli in Cielo tesori incorruttibili.
Il Vangelo secondo Matteo
Il Vangelo di Matteo è stato al centro di moltissimi studi nel corso dei Secoli. La tradizione antica identificava, senza dubbio, l’autore del Vangelo di Matteo, con Levi, il pubblicano che seguì Gesù dopo la chiamata. Sulla datazione del testo sono stati effettuati numerosi studi fin da tempi remoti. Gli studi di Eusebio di Cesarea e Papia di Gerapoli, avvenuti tra il I e il III secolo d.C., ci aiutano a datare il testo. La testimonianza di Papia ci dice che Matteo scrisse il suo testo in ebraico (più precisamente, in aramaico). Il testo fu successivamente tradotto in greco, secondo Papia, tra il 62 e il 70 d.C.
Predicazione e martirio
San Matteo, dopo la Pentecoste, predicò dapprima in Giudea e, successivamente, in Etiopia. La testimonianza riportata dal teologo Clemente Alessandrino (II secolo) ci dice che San Matteo portò il Vangelo in Africa e sarebbe morto per cause naturali. Ma le fonti da questo momento in poi sono discordi, infatti, altre Passiones (attestate nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine) sostengono che, dopo aver convertito il Re Egippo e i suoi sudditi, San Matteo subì il martirio sull’altare, mentre celebrava la Santa Messa.
Culto
Le reliquie del Santo sono giunte in Lucania intorno al V secolo. Diversi secoli dopo, il monaco Atanasio, trasportò le spoglie del Santo nella chiesa di San Matteo a Casal Velino (Salerno). San Matteo apostolo è patrono di numerose località, tra cui Salerno, ed è Santo protettore dei banchieri, dei contabili, dei finanzieri, degli esattori e dei ragionieri. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 21 settembre.
Fabio Amicosante