San Tommaso Moro fu uomo di cultura, politico cattolico inglese. La sua fede cattolica e il rifiuto dell’Atto di supremazia del Re sulla Chiesa d’Inghilterra gli costarono il martirio.
Tommaso Moro nacque a Londra nel 1478. Entrò nella corte del re Enrico VIII e nel 1521 fu nominato cavaliere. Fu umanista nel senso più ampio del termine: si occupò di politica, di affari internazionali e scrisse molte opere filosofiche. Contro la dottrina protestante di Lutero, contribuì alla redazione de La difesa dei sette sacramenti, in difesa dell’istituzione papale. Sempre in difesa del cattolicesimo, aiutò cospicuamente il cardinale Thomas Walsey nel prevenire l’importazione dei libri di Lutero in Inghilterra. Contribuì inoltre all’arresto di chiunque possedesse o trasportasse libri riguardanti la Riforma.
Una vita monastica nonostante il matrimonio
Tommaso Moro fu uomo di cultura e grande diplomatico, ma aveva una tale carica spirituale che meditò anche sulla possibilità di prendere i voti religiosi. Tommaso era attratto soprattutto dalla religiosità e dallo stile di vita dei frati Minori. A questo proposito si stabilì nella certosa di Londra, dove pregò costantemente e applicò pratiche di mortificazione quali il digiuno e il cilicio. Dopo una lunga meditazione scelse la vita matrimoniale, una vita che però condusse in maniera monastica, attraverso la lettura delle Sacre scritture prima dei pasti, una intensa preghiera serale, confluita nel De Profundis e nel Salve Regina.
San Tommaso Moro e il re Enrico VIII
Le note vicende del re d’Inghilterra Enrico VIII riguardanti il matrimonio con Caterina d’Aragona interessarono in prima persona la figura del Santo inglese. A seguito delle dimissioni del cardinale Wolsey, che non riuscì ad ottenere per il Sovrano l’annullamento delle nozze, Tommaso Moro ricevette la nomina di cancelliere. Tuttavia Moro non aveva alcuna intenzione di realizzare le richieste del re riguardo la questione matrimoniale. Il Santo considerava l’annullamento una questione che riguardava la giurisdizione del Papa. Il pontefice Clemente VII si dimostrò contrario a tale annullamento.
Le dimissioni da cancelliere e il martirio
Il re d’Inghilterra, fermo nelle sue decisioni di annullare il matrimonio con Caterina d’Aragona, per sposare la giovane Anna Bolena, giunse alla decisione di considerarsi unico capo della Chiesa d’Inghilterra. Venne chiesto al clero inglese di pronunciare un Giuramento di Supremazia. San Tommaso, contrario a tali predisposizioni e fedele all’autorità papale decise di dimettersi da cancelliere. Nel 1534 anche al Santo fu chiesto di prestare tale giuramento. A seguito del rifiuto, Tommaso fu imprigionato nella Torre di Londra. San Tommaso Moro fu processato e condannato al martirio. Il Santo subì il martirio a Tower Hill il 6 luglio 1535. Morì per essersi dimostrato fedele al cattolicesimo e al Papa.
Culto
L’umanista inglese divenne Santo nel 1935, durante il pontificato di Pio XI. Ricevette la canonizzazione insieme all’amico John Fisher, Vescovo di Rochester, che subì la stessa sorte (morì quindici giorni prima di Moro per essersi rifiutato di disconoscere l’autorità papale). Il Santo Giovanni Paolo II, nel 2000 proclamò San Tommaso Moro patrono degli statisti e dei politici cattolici. Tommaso Moro, dal 1980, è considerato martire della riforma protestante, insieme all’amico Fisher, dunque è commemorato anche dalla Chiesa anglicana. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 22 giugno.
Fabio Amicosante
Segui tutte le nostre News anche attraverso il nuovo servizio di Google News, CLICCA QUI