Festeggiamo oggi la memoria liturgica di San Silvestro Guzzolini. Il Santo decise di ritirarsi in una grotta, dove fondò la Congregazione dei Benedettini Silvestrini.
San Silvestro Guzzolini nacque con ogni probabilità nel 1777 a Osimo (Ancona). Proveniente da famiglia tradizionalmente nobile, il giovane Silvestro ricevette un’educazione improntata sullo studio. Il giovane intraprese infatti gli studi di Diritto a Bologna, ma, spinto dalla sete di Sapienza di Dio, chiese ed ottenne di frequentare gli studi teologici e quelli relativi alla Sacra Scrittura. Terminati gli studi, Silvestro tornò a casa e manifestò il suo desiderio di abbracciare la vita consacrata in Cristo, scelta non facile la sua, dal momento che suo padre fece di tutto per ostacolare la sua spinta vocazionale.
Le difficoltà non gli fecero perdere le speranze. La vocazione spirituale, seguita dalla volontà di consacrarsi a Dio, spinsero il giovane Silvestro ad entrare nella comunità dei Canonici di Osimo. Tra le sue principali attività è da annoverare senza dubbio la fervente predicazione, i cui temi cardinali erano la fede e l’osservanza del Santo Vangelo. Tuttavia, anche in questo contesto le difficoltà non mancarono: il Santo entrò in conflitto con il Vescovo locale, il quale non conduceva una vita esemplare. Il Vescovo non gradì il fatto di essere ripreso dal canonico e decise di isolare Silvestro, che si ritrovò solo e abbandonato.
Abbandonato dagli uomini, ma non da Dio. Il giovane Silvestro non si scoraggiò, ma sentì in lui quell’amore di Cristo, che mai lo abbandonò. È in questo contesto che si colloca la scelta del Santo di ritirarsi a vita eremitica, in completa solitudine. Il Santo confidò la sua volontà a un suo compagno, Andrea, il quale lo accompagnò con il suo cavallo, salvo poi lasciarlo proseguire da solo da un certo punto del cammino in poi.
Il primo eremo fu la grotta di Grottafucile, luogo nei pressi delle grotte di Frasassi. Molti compagni iniziarono a seguirlo ispirandosi al suo stile di vita. La notizia non passò inosservata e in poco tempo arrivò a Roma, preoccupando il Pontefice Gregorio IX, il quale inviò all’eremo una delegazione di domenicani, rappresentati da fra’ Riccardo e da fra’ Bonaparte per convincere l’eremita ad entrare nella regola di un ordine monastico già costituito.
Silvestro dovette decidersi ad organizzare una comunità religiosa, visto il costante arrivo di persone che chiedevano di unirsi a lui come discepoli. Il Santo accettò la regola monastica benedettina e, dopo aver recapitato un libro della Regola monastica, fondò il primo piccolo eremo, con vita cenobitica, in quel luogo, dedicandolo alla Vergine Maria, che lui amava chiamare “Regina di Misericordia”.
La fama di santità di Silvestro si diffuse rapidamente, anche grazie alle notizie di miracoli operati dal Santo eremita. Si trattava per lo più di guarigioni prodigiose e liberazioni da demoni operate dal Santo. Tra queste ricordiamo il dono della vista a un cieco e la liberazione dal demonio di una donna nei pressi di Fabriano. San Silvestro guarì anche il figlio di una donna di Gualdo, il quale aveva una malattia incurabile che lo aveva colpito al viso.
Nel 1231, il Santo fu costretto a spostare la residenza dei neonati Silvestrini in un monastero nei pressi di Fabriano, l’eremo di Monte Fano, visto il crescente numero di discepoli e le ridotte dimensioni dell’eremo di Grottafucile. Con lo spostamento a Monte Fano, la Congregazione Silvestrina prese il nome di “Ordine di San Benedetto di Monte Fano”.
San Silvestro morì a Fabriano, il 26 novembre 1267. I Benedettini di Monte Fano si espansero per tutta l’Italia centrale e fondarono numerosi monasteri, sia maschili che femminili. Il primo di tutti fu il Monastero di San Benedetto di Fabriano, fondato dallo stesso Silvestro quando era ancora in vita. Le reliquie del Santo sono nell’eremo da lui creato. Papa Clemente VIII, anch’egli marchigiano, lo proclamò Santo nel 1598. La Chiesa cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 26 novembre, suo dies natalis.
Fabio Amicosante
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