San Vittore I rappresentò uno degli esempi più concreti di attacco alle eresie. In primo luogo ostacolò l’adozionismo, movimento eretico che parlava di adozione di Gesù da parte di Dio.
Quattordicesimo Papa della Chiesa Cattolica, San Vittore I visse nel II secolo. Il suo pontificato durò dieci anni, durante i quali dimostrò grandi doti diplomatiche e di influenza nei confronti degli imperatori, spesso molto severi con i cristiani. Il pontificato di San Vittore I combaciò con il potere imperiale di Commodo (161-192). L’influenza del Pontefice fu molto importante: grazie all’aiuto di Marcia, Vittore riuscì ad ottenere un incontro con l’imperatore, durante il quale chiese ed ottenne la liberazione dei cristiani condannati ai lavori forzati nelle miniere della Sardegna.
Uomo diplomatico in campo politico, ma anche e soprattutto attento osservatore di quanto accadeva nel mondo in campo liturgico. Le chiese d’Asia e quelle di origine ebraica avevano a quel tempo consolidato una tradizione: celebrare la Santa Pasqua il 14 del mese di nisan (aprile). Gli appartenenti a questo movimento vennero denominati quartodecimani. Si aprì una dura controversia tra le chiese occidentali, le quali festeggiavano la Pasqua la domenica, giorno di Resurrezione e i Quartodecimani. Papa Vittore I indisse diversi Sinodi per discutere sull’argomento, fino ad imporre la celebrazione romana (dunque domenicale) a tutta la Chiesa Universale. Questa disposizione fu accettata e messa in atto durante il III secolo.
Durante gli anni del pontificato di Vittore I, si andò sviluppando una credenza proveniente dalla mente di un mercante cristiano: Teodato di Bisanzio. Egli sosteneva che Cristo era soltanto un uomo illuminato dallo Spirito Santo e che fosse stato adottato da Dio, il quale lo elevò al rango divino. Tale credenza fu chiamata adozionismo. Il Pontefice condannò tale eresia e scomunicò Teodato.
San Vittore I fu il primo Pontefice a scrivere in latino, lo conferma San Girolamo nel suo De viris illustribus. Fino a quel momento, tutti gli scritti della Chiesa erano stati redatti in lingua greca. Durante il suo pontificato molto probabilmente fu redatto il canone della Sacre Scritture in uso a Roma. Questo sancì il definitivo passaggio dal greco al latino.
San Vittore I morì a Roma nel 199. Alcuni autori concordano sul fatto che patì il martirio sotto l’imperatore Settimo Severo. Il Santo fu sepolto vicino alla tomba di San Pietro. Alcune sue reliquie sono conservate presso l’altare maggiore della Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti (Roma). Vittore I è venerato come Santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da quella copta. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 28 luglio.
Fabio Amicosante
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