La vita di Sant’Alarico si divide tra esperienza eremitica ed esperienza monastica. Numerosi furono i miracoli che la tradizione attribuisce al Santo.
Come spesso accade per i Santi e per le grandi personalità dei primi secoli, disponiamo di pochissime fonti riguardanti la vita del Santo monaco ed eremita Alarico, conosciuto ai più come Alderico. Ad offrirci le notizie più importanti circa la sua esperienza terrena è il Martirologio romano e, soprattutto, la tradizione popolare, che spesso era però tramandata solo oralmente. Ciò di cui siamo abbastanza certi è che il Santo visse nel X secolo.
Sant’Alarico: una vita tra contemplazione e monachesimo
Secondo la tradizione, confermata anche dalle righe del Martirologio Romano, Sant’Alarico visse la sua vita terrena inizialmente come eremita nell’Isola di Ufnau, sul lago di Zurigo. Secondo la stessa tradizione questo sarebbe il luogo in cui morì il Santo. La seconda parte della sua vita è invece caratterizzata dall’esperienza monastica, nell’Abbazia benedettina di Einsiedeln.
I miracoli del Santo
La tradizione orale ci parla anche dei diversi miracoli che il Santo opero in vita e dopo la sua morte. Per ispirazione divina, infatti, il Santo avrebbe trattenuto la Santa Wiborada, martire della Chiesa, da “eccessi di penitenza”. La tradizione sostiene che il Santo abbia anche camminato sulle acque del lago. Molti, inoltre, furono i miracoli operati per intercessione del Santo, a seguito della sua morte, miracoli che lo portarono alla Santità.
Culto
Sant’Alarico, come accennato in precedenza, morì con ogni probabilità nei pressi dell’Isola di Ufnau. L’anno della sua morte, secondo la tradizione, è il 973. Subito dopo la sua morte, i suoi resti subirono alcuni spostamenti. Nel 1141, infatti, le ossa furono inizialmente esumate, per volere del Cardinal Theodwin, Vescovo di Porto. Egli ricopriva anche la carica di legato pontificio a Ufnau. Diversi secoli dopo, nel 1659, furono traslate a Einsiedeln. Infine, il 1° ottobre del 1663, le ossa furono riportate a Ufnau. Esiste una tradizione, che però ha perso credibilità nel corso dei secoli, secondo la quale il Santo sarebbe stato figlio del duca svevo Burckhard e della duchessa Reginlinda. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 29 settembre.
Fabio Amicosante