San Gregorio Magno rappresentò una delle figure più influenti nella Chiesa: operò con molta efficacia nel campo della liturgia e del canto Sacro.
San Gregorio Magno, 64° Pontefice della Chiesa, nacque a Roma, nel 540 circa. Rappresentò senza dubbio una delle figure più importanti nella storia della Chiesa. Egli fu uno dei più grandi Padri e dottori della Chiesa. Ricoprì la carica di Vescovo di Roma dal 3 settembre del 590, per 14 anni. Gregorio proveniva da un’antica famiglia senatoriale romana, gli Anicii, così come Benedetto da Norcia, del quale fu devoto ammiratore, nonché biografo ufficiale.
La sua famiglia era tradizionalmente legata al mondo cristiano e si distingueva particolarmente per i servizi resi alla Santa Sede, dunque, i genitori di Gregorio rappresentarono un grande esempio di ispirazione verso i sentimenti cristiani. L’esempio familiare e la vocazione spirituale spinsero il giovane Gregorio ad intraprendere la vita religiosa. Il futuro Pontefice si fece monaco, seguendo l’insegnamento di Benedetto da Norcia, del quale fu devoto ammiratore.
Una delle sue prime grandi opere di bene fu la scelta di impegnare gran parte dei suoi averi per aiutare i più bisognosi. Successivamente, spinto anche dalla volontà di intraprendere vita monacale, trasformò i suoi possedimenti a Roma e in Sicilia in monasteri; trasformò infatti la sua casa di famiglia nel monastero di Sant’Andrea al Celio.
Prima di divenire monaco, il San Gregorio aveva ricoperto alcuni ruoli nell’amministrazione politica e civile, raggiungendo il suo culmine nel 572, quando divenne prefetto della città di Roma. Le sue capacità amministrative e diplomatiche non passarono inosservate e questo portò l’allora Pontefice Pelagio a nominarlo diacono. Subito dopo la nomina, lo stesso Papa lo inviò a Costantinopoli come apocrisario (l’attuale Nunzio Apostolico), per mettere fine definitivamente alla controversia monofisista e per ottenere l’appoggio imperiale contro la pressione longobarda.
Al suo rientro a Roma, Gregorio tornò nel monastero da lui fondato al Celio. Tuttavia vi rimase per poco tempo, poiché, a seguito della morte di Papa Pelagio II, fu chiamato al soglio Pontificio, con evidente insistenza del clero e del senato romano. San Gregorio Magno fu un grande Pontefice: si impegnò dapprima in un’intensa opera di moralizzazione ed epurazione della Curia Romana, espellendovi i membri con chiari interessi personali, ben diversi da quelli spirituali e caritatevoli.
Di pari passo con gli impegni istituzionali legati alla carica Pontificia, San Gregorio Magno si dimostrò prolifico autore di opere intellettuali e teologiche. Insieme ai suoi scritti di carattere epistolare e agiografico, ricordiamo con particolare interesse le sue omelie su Ezechiele e sui Vangeli. Nelle sue omelie su Ezechiele, il Santo insistette in particolar modo sulla funzione del testo Sacro e sul valore dell’umiltà.
Durante l’udienza Generale del 4 giugno 2008, il Papa Emerito Benedetto XVI espresse il suo pensiero riguardo le omelie su Ezechiele di San Gregorio, il quale sosteneva che «avvicinare la Scrittura semplicemente per soddisfare il proprio desiderio di conoscenza significa cedere alla tentazione dell’orgoglio ed esporsi così al rischio di scivolare nell’eresia. L’umiltà intellettuale è la regola primaria per chi cerca di penetrare le realtà soprannaturali partendo dal Libro sacro». (Papa Benedetto XVI, 2008).
Tra le innovazioni messe in atto dal Pontefice, una delle più importanti riguardò il canto Sacro. San Gregorio Magno promosse quella modalità di canto liturgico, che proprio da lui prese il nome: il canto gregoriano. Secondo la tradizione, San Gregorio dettò i suoi canti ad un monaco, alternando dettatura a lunghe pause. Il monaco, incuriosito dalle pause, spostò il lembo di stoffa che lo separava dal Pontefice, assistendo al miracolo della Colomba. Essa, che rappresentava lo Spirito Santo, dettava i canti all’orecchio del Santo.
San Gregorio Magno morì a Roma il 12 marzo del 604 e fu sepolto nella Basilica di San Pietro. Il Pontefice, venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica e da quella Ortodossa, ricevette anche il titolo di Dottore della Chiesa. La sua memoria liturgica si festeggia il 3 settembre, come ricordato dal Martirologio Romano: «12 marzo – A Roma presso San Pietro, deposizione di San Gregorio I, Papa, detto Magno, la cui memoria si celebra il 3 settembre, giorno della sua ordinazione».
Fabio Amicosante
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