San Germano di Capua fu un grande uomo diplomatico e si recò a Costantinopoli per mettere fine allo scisma del patriarca Acacio. Si spogliò dei suoi beni, per donarli ai poveri.
San Germano nacque a Capua nel V secolo. Proveniva da una famiglia tradizionalmente agiata. Alla morte di suo padre, ricevette una grande eredità, che il Santo decise di vendere, destinando l’intero ricavato ai poveri. Questa fu solo la prima delle manifestazioni della sua vocazione spirituale. Così facendo, abbandonando dunque tutti i suoi beni terreni, Germano poté dedicarsi completamente a ciò per cui si sentiva chiamato: la vita spirituale.
Abbandonati i beni materiali, dopo aver venduto tutta la sua eredità, San Germano si dedicò alle Sacre Scritture (studiate con costanza ogni giorno), alle preghiere e alle pratiche di mortificazione. Nell’anno 519 morì il Vescovo di Capua Alessandro e Germano fu designato a succedergli secondo le modalità dell’epoca, ovvero tramite l’elezione da parte del clero e del popolo. Inizialmente restio ad accettare la carica, successivamente sentì che quella era la chiamata di Dio.
Il Liber Pontificalis, importantissima fonte per la storia dei Papi fino al XV secolo, rappresenta una delle poche fonti che ci restituiscono notizie certe sulla vita di San Germano do Capua. Stando alla fonte, nel 519, Papa Sant’Ormisda inviò Germano a Costantinopoli per cercare di risolvere la complessa situazione derivante dallo scisma del patriarca Acacio.
Nell’anno 482, il patriarca Acacio aveva promulgato un documento, dal nome Henoticon, con il quale pretendeva di conciliare l’eresia monofisita, la quale sosteneva che il Cristo avesse solo natura divina, con la posizione teologica della Chiesa Cattolica. Due anni dopo, Acacio venne scomunicato. La Chiesa cattolica, con il Concilio di Calcedonia, quarto concilio ecumenico della storia del cristianesimo (convocato dall’Imperatore Marciano e svoltosi nell’anno 451) riconobbe la coesistenza della natura umana e divina di Gesù, figlio di Dio.
Abbiamo un’altra autorevole fonte che ci parla della vita di San Germano di Capua: si tratta dei Dialoghi di San Gregorio Magno. Il Santo, racconta due episodi relativi alla vita di Germano: il primo è un episodio miracoloso; ci racconta infatti San Gregorio che l’anima del Diacono romano Pacasio sarebbe apparsa in sogno al Santo Vescovo e che egli la liberò dal Purgatorio con le sue preghiere. Il secondo episodio riguarda la morte del Santo. Nel momento preciso in cui San Germano moriva, San Benedetto (che era in contemplazione) vide gli angeli che trasportavano la sua anima in cielo.
San Germano morì a Capua, il 30 ottobre del 540. Il suo corpo fu sepolto nella Chiesa locale di Santo Stefano. Col passare degli anni le sue reliquie furono trasportate più volte, dapprima a Cassino, poi altre furono portate nella cripta della chiesa di San Sisto, a Piacenza. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 30 ottobre, suo dies natalis.
Fabio Amicosante
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