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Sant’Antonina di Nicea, il Santo di oggi 4 maggio: martire di Cristo

Il Martirologio romano nomina Sant’Antonina tre volte: il 1° marzo, il 4 maggio e il 12 giugno. La Santa è nominata ogni volta in maniera diversa, ma in realtà si tratta della stessa persona, il cui dies natalis è il 4 maggio.

Sant’Antonina di Nicea (photo websource)

Sant’Antonina di Nicea visse sotto l’imperatore Diocleziano. Sappiamo che la persecuzione da lui messa in atto fu l’ultima e la più grave nei confronti dei cristiani. I cristiani erano da sempre stati oggetto di discriminazione, ma i primi imperatori non emisero leggi generali contro di loro. Nel 302 Galerio sollecitò Diocleziano ad avviare una persecuzione generale contro i cristiani. Diocleziano proclamò la persecuzione generale il 24 febbraio del 303.

Gli editti che presero di mira il cristianesimo

Gli imperatori Massimiano, Diocleziano, Galerio e Costanzo Cloro emisero negli anni della persecuzione una serie di editti. Tali editti richiedevano spesso il “Sacrificio universale” , cioè obbligavano tutti gli abitanti dell’impero ad offrire un sacrificio agli dei pagani. Nelle province orientali gli editti e le persecuzioni erano più severe, mentre in altre parti dell’impero, come in Gallia e in Britannia, erano più deboli.

Sant’Antonina e il martirio

La figura di Sant’Antonina è presente nei martirologi: la troviamo nel Martirologio Siriaco del IV secolo e nel Martirologio romano, i cui elogi alla santa rispecchiano un’antica passio perduta. Queste fonti ci indicano che Antonina fu una cristiana di Nicea, in Bitinia. Durante la persecuzione di Diocleziano fu arrestata per ordine del prefetto Priscilliano. Gli accusatori la colpirono con  le verghe e la sospesero al cavalletto. Di seguito la dilaniarono e infine arsero viva la Santa.

Altre fonti ci parlano di Antonina

Non solo i due martirologi. Conosciamo Sant’Antonina anche grazie a qualche codice Geronimiano, il quale aggiunge che la santa fu uccisa con la spada. Altri documenti, discordanti, sostengono che fu rinchiusa in un sacco e di seguito gettata in una palude. Il dato più certo sembra essere il luogo del martirio. Secondo Hippolyte Delehaye, gesuita e storico belga vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, è preferibile seguire le tracce dei sinassari e di alcuni codici del Geronimiano, i quali sostengono che il martirio sarebbe avvenuto a Nicea, in Bitinia. Il Martirologio Siriaco del IV secolo sostiene invece che sarebbe avvenuto a Nicomedia. La Chiesa cattolica festeggia Sant’Antonina il 4 maggio.

Fabio Amicosante

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