Sant’Emidio è venerato dalla Chiesa cattolica come martire cefaloforo, ossia uno di quei Santi martiri che, dopo esser stati decapitati, raccolsero la loro testa mozzata, reggendola fra le mani.
Le fonti sulla vita di Sant’Emidio le ricaviamo da una Passio scritta nel corso dell’XI secolo da un monaco di origine franca. La Passio ci dice che Emidio nacque a Treviri (Germania), nel 273. Apparteneva a una famiglia tradizionalmente pagana e sappiamo di lui che in giovane età era arruolato nelle milizie romane. Intorno all’anno 290, Emidio fu letteralmente rapito dalla predicazione di Nazario e Celso, gli evangelizzatori che diventarono Santi subendo il martirio.
A seguito delle predicazioni dei Santi Nazario e Celso, Emidio si convertì al fiorente cristianesimo. Divenne dapprima catecumeno e successivamente ricevette il battesimo. All’età di circa 23 anni intraprese lo studio delle Sacre Scritture divenendone un ferrato conoscitore. Ebbe a qui inizio la sua attività predicatoria, che portò avanti fino al martirio. Dopo essersi trasferito a Milano, Emidio, portando con sé la sua predicazione, riuscì a convertire al cristianesimo un gran numero di pagani. In un periodo ricco di persecuzioni, la notizia non passò inosservata.
Tra il 303 e il 311, l’imperatore Diocleziano attuò la persecuzione più violenta che sia mai stata attuata contro i cristiani, con scarsi risultati, dal momento che nel 313 Costantino firmò l’Editto di Milano. Tuttavia, a causa della persecuzione attuata, Emidio dovette fuggire. Si recò a Roma, dove crebbe la sua fama di santità, soprattutto a seguito di alcune miracolose guarigioni. Il Pontefice Marcellino, incuriosito dalla fama del sacerdote, lo ordinò Vescovo di Ascoli e gli affidò una missione tanto importante quanto complicata: l’evangelizzazione e la predicazione della parola di Dio nel centro Piceno. La predicazione ad Ascoli Piceno ebbe un notevole successo, il Santo riuscì a convertire gran parte della popolazione, tradizionalmente pagana.
Sant’Emidio era divenuto un assiduo predicatore della Buona novella. In quegli anni, questo tipo di attività non poteva non imbattersi in complicati divieti. Così avvenne: ad Ascoli era prefetto Polimio, un uomo che attuò durissime repressioni contro i cristiani. Polimio dapprima cercò di impedire al Santo di predicare il cristianesimo, con scarsi successi. Successivamente, il carisma di Emidio catturò anche il prefetto, che addirittura lo credette reincarnazione del dio pagano Esculapio. Per questo motivo gli promise in moglie sua figlia Polisia. Ma Emidio, forte del suo Credo, non solo si rifiutò di offrire agli dèi, ma convertì Polisia, battezzandola nelle acque del fiume Tronto, dove aveva battezzato già molti piceni.
Sant’Emidio, trovandosi ad Ascoli, nei pressi di Porta Solestà, vide arrivare una gran folla di fedeli, che chiedevano di essere battezzati. Per evitare di far spostare così tanta gente nei pressi del fiume Tronto, il Santo chiese un miracolo a Dio. Emidio si inginocchiò davanti a un sasso, dal quale poco dopo fuoriuscì dell’acqua, grazie alla quale molte persone si battezzarono.
Dopo aver convertito la figlia del prefetto, Emidio fu condannato a morte. Il Santo Vescovo fu decapitato ad Ascoli Piceno, il 5 agosto del 309. Avvenne un nuovo miracolo: dopo la sua decapitazione, il Santo raccolse il proprio capo e camminò fino al monte dove aveva fatto costruire un oratorio, dove trovò la morte. Emidio è dunque uno dei Santi martiri definiti cefalofori. Sant’Emidio è protettore di Ascoli Piceno. La Chiesa Cattolica festeggia la sua memoria liturgica il 5 agosto, nel suo dies natalis.
Fabio Amicosante
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