Sant’Onesiforo è strettamente legato alla figura di San Paolo, Apostolo delle genti. Il Santo ospitò Paolo a Efeso e fu con lui anche dopo il trasferimento a Roma.
Sebbene le fonti non siano moltissime (e a volte anche discordanti), sappiamo che Sant’Onesiforo era originario di Efeso e visse nel I secolo d.C. Molti dei sinassari bizantini (agiografie ortodosse, assimilabili al Martirologio romano della Chiesa latina) commemorano il Santo in date diverse, classificandolo a volte come Vescovo e a volte come Santo privo di carica episcopale. Inoltre, sappiamo che Onesiforo lasciò la sua famiglia per raggiungere San Paolo a Roma.
Gli agiografi hanno trovato difficoltà nel contestualizzare con precisione la figura del Santo. Abbiamo alcuni libri liturgici bizantini, in particolare il Meneo (in dodici volumi), che classifica il Santo come Vescovo di Kolôfonia. Un’altra agiografia sostiene invece che Onesiforo fu Vescovo di Koroneia. Nei sinassari la data della sua commemorazione compare al 30 giugno ed è descritto ancora una volta come Vescovo, mentre altre versioni indicano la data del 6 dicembre, senza attribuirgli cariche vescovili.
Ci è arrivata un’altra fonte, sempre interna ai sinassari bizantini, che non vuole più il Santo originario di Efeso, bensì di Iconio (Laconia). La fonte sostiene che Onesiforo fu battezzato ad Iconio dallo stesso San Paolo, del quale successivamente divenne discepolo, sostenendolo e accompagnandolo durante la sua evangelizzazione. La fonte mette in stretta correlazione la figura del Santo con quella di un altro martire, Porfirio. Infatti, i due, si sarebbero rifiutati di obbedire agli ordini del proconsole Adriano e, manifestando la loro fede in Cristo, subirono prima diverse torture e successivamente il martirio.
La fonte più autorevole che ci parla del Santo è rappresentata ad oggi direttamente da San Paolo, suo maestro. Egli, nella seconda lettera a Timoteo, parla del coraggio che il suo discepolo ebbe, quando giunse a Roma con lui. «Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non s’è vergognato delle mie catene; anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché mi ha trovato. Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli ha reso in Èfeso, lo sai meglio di me […]. Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesìforo».
Sant’Onesiforo subì il martirio a Roma, dopo una lunga tortura, nel 66 d.C. In occidente, fu Adone ad inserire il discepolo di San Paolo nel suo Martirologio, scegliendo come data di commemorazione il 6 settembre. Oggi, il Martirologio Romano commemora il Santo in base alla lettera paolina, mantenendo immutata la data del 6 settembre.
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Fabio Amicosante
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