Sant’Efrem collaborò con il Vescovo di Nasibis (Mesopotamia), sua città natale, nella costruzione di una scuola di teologia. L’ascetismo e l’insegnamento caratterizzarono la sua vita religiosa, fino a divenire Dottore della Chiesa.
Sant’Efrem (Efrem il Siro) nacque nel 306 a Nisibis, città governata da Roma. Alcune agiografie ci danno notizie del Santo e affermano che il padre era un Sacerdote pagano e che cacciò il figlio di casa dopo che quest’ultimo si era convertito al cristianesimo. Le stesse agiografie sono concordi sul fatto che Efrem ricevette il Battesimo all’età di diciotto anni. Subito dopo entrò in convento e il Vescovo della sua città lo consacrò Diacono.
Efrem dimostrò di possedere grandi doti educative e si dimostrò un prolifico autore di opere a tematica religiosa, teologica e filosofica, nonché esegetica. Secondo la tradizione il Santo Efrem fu il fondatore della scuola di Nisibis, che rappresentò nei secoli successivi il centro educativo della Chiesa d’Oriente. Il suo metodo di divulgazione preferito era la poesia. A questo proposito, il Santo si guadagnò l’appellativo di Cetra (o arpa) dello Spirito Santo. Le sue poesie concentravano prevalentemente contenuti didattici ed esortativi.
Efrem non conosceva il greco, scrisse le sue opere in siriaco. Oltre alle opere educative poetiche, scrisse commentari della Bibbia: sia dell’Antico che del Nuovo Testamento. Pochissimo ci è arrivato della sua opera esegetica. L’esegesi di Efrem, così come quella degli scrittori siriani in genere, è abbastanza rispettosa della tradizione ebraica e su di essa si basa.
Efrem fu autore prolifico, servitore della Chiesa in campo teologico e liturgico. Ma non solo, il Santo si distinse anche per l’opera di aiuto alla comunità cristiana del suo tempo. Negli ultimi anni della sua vita organizzò numerosi aiuti umanitari indispensabili a causa della grave carestia che aveva colpito la zona di Edessa. Efrem si occupò personalmente di garantire un’equa distribuzione dei viveri e dei soccorsi alla popolazione colpita.
Nell’udienza generale del 28 novembre 2007 Papa Benedetto XVI sosteneva che la figura di Efrem è ancora pienamente attuale per la vita e per le Chiese cristiane. “Lo scopriamo [il Santo Efrem] in primo luogo come teologo, che a partire dalla Sacra Scrittura riflette poeticamente sul mistero della redenzione dell’uomo operata da Cristo, Verbo di Dio incarnato” (Benedetto XVI). Il Papa emerito parlava anche dell’importanza della scelta di Efrem di rimanere Diacono. Egli sosteneva che fu una scelta radicale, poiché Efrem fu Diacono, dunque servitore, sia nel ministero, sia nell’amore a Cristo, da lui cantato attraverso inni e lodi.
Sant’Efrem morì a Edessa il 9 giugno 373. Viene venerato come Santo dai cristiani di tutto il mondo, in modo particolare dalla Chiesa Ortodossa siriana e dalla Chiesa Cattolica siriaca. Molti autori elogiarono il Santo per le sue doti letterarie e per il suo genio poetico.Nel 1920 Papa Benedetto XV lo dichiarò Dottore della Chiesa ed elogiò la sua figura attraverso l’enciclica Principi Apostolorum Petro. La Chiesa cattolica celebra la sua memoria liturgica il 9 giugno.
Fabio Amicosante
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