Santa Scolastica è la sorella gemella di San Benedetto da Norcia e si pone alle origini del monachesimo occidentale femminile.
La nascita di Santa Scolastica si colloca il 2 marzo 480 a Norcia, in Umbria. Fin dalla giovinezza si consacra al Signore facendo voto di verginità. Unita al suo fratello gemello Benedetto non solo da un legame di parentela, ma anche da una profonda comunione spirituale condivide il suo percorso di fede e lo sviluppa in chiave femminile.
Lui è il padre del monachesimo occidentale e lei vive alla sua ombra diventando la più fedele interprete della Regola benedettina. Di lei narra San Gregorio Magno nei suoi Dialoghi. All’età di 12 anni viene mandata insieme al fratello a Roma ed entrambi rimangono colpiti negativamente dalla dissolutezza che riscontrano. Poi, mentre Benedetto sceglie l’eremitaggio, Scolastica che diventa l’unica erede dell’ingente patrimonio di famiglia, decide di entrare in un monastero nei pressi di Norcia per dedicarsi alla vita religiosa.
Successivamente Scolastica si trasferisce a Subiaco per stare vicino al fratello e poi lo segue anche quando lui fonda l’abbazia di Montecassino. Va a vivere a circa 7 Km a sud dell’abbazia dove fonda il monastero di Piumarola. Diverse ragazze la seguono e nel monastero applica fedelmente la Regola del fratello. Dà origine così al ramo femminile dell’Ordine benedettino.
Era molto rigorosa e ci teneva molto affinché fosse osservata la regola del silenzio. Raccomandava alle sue consorelle di non parlare d’altro che non fosse Dio. Diceva infatti: “Tacete, o parlate di Dio, poiché quale cosa in questo mondo è tanto degna da doverne parlare?”.
Incontrava il fratello Benedetto solo una volta all’anno a metà strada tra i due monasteri, in una casa che divenne poi oggetto di culto. L’ultimo di questi incontri è avvenuto poco prima della sua morte, il 6 febbraio 547. San Gregorio Magno racconta che lei aveva chiesto al fratello di prolungare il loro colloquio spirituale fino al giorno dopo, ma lui si rifiutò per non infrangere la regola che non prevedeva questo. Lei però implorando Dio scoppiò in un pianto inconsolabile che colpì il cuore del fratello e così rimase con lei. Inoltre scoppiò un forte temporale che lo fece rimanere in quel luogo. San Gregorio Magno commentò l’episodio con l’espressione “potè di più, colei che più amò”.
La notizia della morte della sorella, avvenuta solo pochi giorni dopo, il 10 febbraio, arrivò a San Benedetto con un segno divino. Vide una colomba bianca salire in cielo e così comprese che quella era segno dell’anima di sua sorella che andava verso la vita eterna.
Alla sua morte volle essere sepolto nella stessa tomba in cui era stata sepolta lei, nell’abbazia di Montecassino. “Come la mente loro sempre era stata unita in Dio, nel medesimo modo i corpi furono congiunti in uno stesso sepolcro” è il commento di San Gregorio Magno.
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