Fondatrice della Congregazione delle Suore Sacramentine, Santa Geltrude Comensoli fin da bambina manifesta un immenso amore all’Eucarestia.
Nella Val Camonica di metà Ottocento nasce Santa Geltrude Comensoli, con il nome di Caterina, precisamente il 18 gennaio 1847 a Bienno in provincia di Brescia. È la quinta di 10 figli dei quali sopravvivono solo tre femmine, in una famiglia di condizioni modeste. Il padre lavorava presso le industrie ferrose locali e la mamma faceva la sarta.
Fin dalla prima infanzia vive un profondo sentimento religioso e avverte il grande e crescente desiderio di un’unione più stretta con il Signore. Si raccoglie in preghiera e in meditazione e all’età di 7 anni si mette addosso lo scialle nero della mamma e va in chiesa alla messa e si avvicina alla balaustra per ricevere l’Eucarestia. Riceve così, furtuvamente, la Prima Comunione.
Crescendo si fa sempre più vivo e forte il suo intento di dedicare la vita a Gesù e in particolare è intenso il suo attaccamento all’Eucarestia. Ne diventa un’apostola: a tutti parla di Gesù nel Santissimo Sacramento e vorrebbe portarlo sulla cima di una montagna affinché fosse visto e adorato da tutti.
Individua quello che sarà il suo motto: “Gesù amarti e farti amare” diventa il suo programma di vita. Per questo istituisce, guidando un gruppo di ragazze, la Compagnia della Guardia d’onore. Nel 1862 lascia la famiglia per entrare nell’Istituto delle Figlie di Carità e intraprendere così a tutti gli effetti la vita religiosa.
Però, è ancora una postulante quando si ammala e viene dimessa dall’Istituto. In seguito guarisce, ma le condizioni economiche della famiglia in stato di profondo bisogno la inducono a modificare i suoi programmi e a svolgere il lavoro di domestica prima presso la casa del Prevosto di Chiari, Don G. B. Rota, che successivamente dicventerà il vescovo di Lodi e poi, nella casa paterna della Contessa Fè-Vitali.
È il Natale del 1876 quando scrive un metodo di vita con cui stringe un impegno ancor più stretto con Gesù, rafforzandone il legame. Nello stesso periodo al suo lavoro di domestica affianca il ruolo di educatrice dei bambini di San Gervasio in provincia di Bergamo. Conduce una vita impegnata nelle opere di misericordia, con la preghiera costante e assidua, uno spirito di penitenza e tutto questo la fa crescere nel suo cammino spirituale.
Dopo la morte dei genitori, quando viene meno il suo dovere di provvedere economicamente a loro, vuole concretizzare il suo desiderio di propagare l’adorazione al Santissimo Sacramento. Trova il sostegno del vescovo di Bergamo che la incoraggia.
Nel 1880 va a Roma con i suoi datori di lavoro e riesce a parlare con il papa Leone XIII. Il pontefice approva il suo intento di fondare un Istituto religioso dedicato all’adorazione eucaristica e aggiunge il proposito di estendere nel progetto anche l’educazione delle giovani operaie.
Così, il 15 dicembre 1882, Caterina, insieme a due altre compagne, dà origine alla Congregazione delle Suore Sacramentine di Bergamo e prende il nome di Geltrude vestendo l’abito religioso nel 1884. La nuova Congregazione deve affrontare varie prove ed avversità ma tutto viene superato con la fede. “Adorare Gesù in Sacramento e attendere ad opere di carità verso il prossimo a seconda delle disposizioni della Divina Provvidenza, avendo di mira specialmente l’educar la gioventù” è il programma su cui si basa l’opera delle Suore Sacramentine.
All’età di 56 anni, il Il 18 febbraio 1903, a mezzogiorno, Madre Geltrude, piegando il capo verso la chiesa dell’Adorazione, torna alla Casa del Padre. La fama di santità è forte ma per la canonizzazione si dovrà attendere molto tempo, sarà proclamata santa nel 2009.
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