Una forte conversione cambia la vita di San Costantino, il re che dopo molte scelleratezze diventa cristiano e muore martire.
La storia di San Costantino mostra come un profondo cambiamento alla luce della fede ha completamente trasformato un uomo fino a fargli raggiungere le vette della santità. San Costantino, la cui memoria liturgica è l’11 marzo non è da confondere con l’imperatore Costantino, dei primi secoli del cristianesimo, anche lui convertito e diventato santo.
Il Costantino che si ricorda oggi è stato re della Cornovaglia. Vissuto nel VI secolo, nato intorno al 520, era il figlio primogenito del re di Cornovaglia e la prima parte della sua vita fu contrassegnata da una grande dissolutezza e quindi da scelte peccaminose. Sposò la figlia del re di Bretagna e furono molti gli adulteri che compì ripetutamente.
Poi arrivò a ripudiarla per vivere indisturbato una vita lussuriosa. Aveva molti nemici politici e il suo comportamento era della peggior specie. Arrivò anche all’omicidio pur di liberarsi dei suoi avversari. Inoltre era uno spergiuro e compì anche atti sacrileghi. Uno stile di vita che molto probabilmente lo avrebbe condotto all’inferno, ma invece avvenne una profonda conversione che lo portò a raggiungere il Paradiso.
Dopo la morte del padre, Costantino aveva preso il suo poste come re della Cornovaglia, nel 537 circa. Conduceva il regno con spregiudicatezza e si narra che per sconfiggere dei nemici, con l’inganno di proporre una finta pace si travestì da abate e dentro un santuario dove questi si trovavano li uccise ai piedi dell’altare senza pietà, commettendo oltre all’omicidio anche il sacrilegio.
Ci fu poi però un incontro che cambiò la sua vita: incontrò con San Petroc, anche lui di nobile estrazione. Nonostante fosse un accanito peccatore ascoltare la predicazione del Vangelo lo toccò nel profondo e trasformò il suo cuore.
Dopo la morte della giovane moglie che aveva ripudiato, Costantino decise di abdicare in favore del figlio Bledric per dedicarsi alla vita religiosa. Divenne un monaco, si trasferì in Irlanda e lì fondò chiese. Attraversò il canale di Bristol e per molti anni si dedicò all’ascesi e allo studio delle Sacre Scritture. Si preparò assiduamente e diventò perfino presbitero. Visse anche periodi di eremitaggio presso Costyneston (Cosmeston), vicino Cardiff, e fu anche discepolo di San Colomba di Iona e di San Kentingern. Fu proprio insieme all’irlandese San Colomba che si avventurò nell’allora Caledonia e convinse migliaia di bellicosi scozzesi a convertirsi.
Fondò il monastero di Govon e ne fu il primo abate. Inoltre, intraprese l’evangelizzazione dei Pitti, una popolazione indigena dell’odierna Scozia. Il 9 maggio 576 a Kintyre, venne ucciso da alcuni pagani fanatici presso le rovine di un’antica chiesa a Kilchouslan. Diventò così il primo martire scozzese. Il suo corpo, ritrovato poi dai suoi discepoli, fu trasferito a Govon nella chiesa che successivamente prese il suo nome. Subito sorse una grande venerazione verso di lui, che è proseguita attraverso i secoli giungendo fino ai nostri giorni.
O Dio onnipotente ed eterno,
che al tuo santo martire Costantino
hai dato la forza di sostenere
fino all’ultimo la pacifica battaglia della fede,
concedi anche a noi di affrontare,
per tuo amore, ogni avversità,
e di camminare con entusiasmo incontro a Te,
che sei la vera vita.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
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