I Santi Ponziano e Ippolito, nemici per divisioni interne alla Chiesa si riunirono sotto la persecuzione e condivisero la sorte di martiri.
I Santi Ponziano e Ippolito sono accomunati e li si ricorda con una memoria liturgica comune, ma per la gran parte della loro vita sono stati nemici, su fronti opposti all’interno della stessa Chiesa.
Uno era un pontefice e l’altro si era posto come l’antipapa in una situazione scismatica. La persecuzione e il martirio li riunirono in nome della fede in Cristo.
Ponziano discendeva dalla nobile famiglia romana dei Calpurnio ed era un sacerdote che nell’anno 230 succedette a papa Sant’Urbano sul soglio di Pietro. Il periodo del suo pontificato, sotto l’impero di Alessandro Severo godette di un tempo di pace religiosa almeno fino a quando non subentrò l’imperatore Massimino il Trace.
Ippolito era un uomo colto ed esperto di Sacra Scrittura ma si dimostrava un rigido moralista e si schierò contro papa Ponziano accusandolo di essere eccessivamente indulgente e troppo tollerante. La disputa riguardava l’atteggiamento da avere nei confronti dei lapsi, i cristiani che durante le precedenti persecuzioni erano caduti nel peccato ed avevano abiurato pur di salvarsi la vita.
Si arrivò al punto che Ippolito guardava con sospetto Ponziano e non aveva fiducia nel suo operato. Questi sentimenti di diffidenza e le critiche che gli rivolgeva si trasformarono ben preso in un’aperta e accesa ribellione. Fu così che Ippolito diventò il primo antipapa nella storia del cristianesimo.
Nei lunghi secoli la Chiesa cattolica subì ribellioni e scismi e alla figura del sommo pontefice successore di Pietro andava a contrapporsi una figura che rivestiva il ruolo di un antipapa, appunto, e voleva sostituirsi ad esso.
Anche in tempi recenti i mistici hanno avuto qualcosa da dire su scismi e antipapi e possono risultare illuminanti per districarsi tra le tesi conflittuali.
L’imperatore Massimino mise in atto una persecuzione contro i cristiani. Lui non comprendeva distinzioni e gli erano sconosciute le dispute dottrinali o gli atteggiamenti spirituali dell’uno o dell’altro.
Dal momento che si trattava di cristiani entrambi dovevano essere combattuti e perseguitati allo stesso modo. La sorte che toccava loro era uguale. Ponziano, di carattere più mite, rinunciò al pontificato per non lasciare la Chiesa senza una guida e cedette il posto al greco Antero.
A quel punto Ippolito, rendendosi conto della gravità della situazione in cui si trovavano, sciolse la chiesa parallela che aveva formato e invitò tutti alla riunificazione e alla pace per costituire un’unica vera comunità cristiana.
Era l’anno 235 e la persecuzione dell’imperatore Massimino si scagliava innanzitutto verso il clero. Sia Ponziano che Ippolito furono deportati in Sardegna e condannati ad metalla ovvero ai lavori forzati nelle miniere.
Le fonti attestano che Ponziano morì tra l’ottobre e il novembre 235 e nello stesso periodo anche Ippolito terminò la sua vita terrena a causa delle torture a cui veniva sottoposto.
Successivamente, papa Fabiano fece traslare le salme dei due martiri a Roma come si evince dalla Depositio Martyrum. Ponziano venne seppellito nelle Catacombe di San Callisto e Ippolito lungo la via Tiburtina. Il giorno della loro sepoltura è indicato come il 13 agosto ed è diventato la data della loro memoria liturgica.
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