San Vito occupa un grande posto nella devozione popolare. Adolescente martire, sono tanti i miracoli a lui attribuiti in vita e dopo la morte.
La venerazione di San Vito è sempre stata forte e così si è tramandata nei secoli. È un martire del III secolo e di lui si hanno poche informazioni. Non si conosce esattamente quale fu il suo luogo di nascita: una Passio non storicamente accreditata lo colloca in Sicilia, a Mazara del Vallo, come figlio di un pagano.
Le notizie più certe su di lui sono quelle riportate nel Martirologio Geronimiano. È sicuro che subì la persecuzione e il martirio in quanto cristiano sotto l’impero di Diocleziano. Al di là della sua origine si sa che probabilmente visse in Lucania, l’attuale Basilicata.
Nonostante ci siano attestazioni del culto a San Vito fin dal V secolo, nel Medioevo la sua popolarità si diffuse notevolmente e fu inserito nel novero dei 14 Santi Ausiliatori, coloro che specificatamente, più di altri, venivano invocati affinché la loro potente intercessione potesse aiutare a concedere grazie di guarigioni da molte malattie.
Il martirio e i tanti miracoli di San Vito
Si narra che fin dall’età di 7 anni dalla sua preghiera scaturivano prodigi. Secondo la Passio leggendaria del VII secolo, fi famiglia pagana, rimase presto orfano di madre e fu affidato alle cure di una balia cristiana che lo avrebbe educato alla fede.
Era adolescente quando la persecuzione incombeva sui cristiani e anche lui si ritrovò coinvolto. Sembra che fu proprio il padre a denunciarlo e farlo arrestare. Poi cercò di farlo abiurare, ma non ci riuscì perché Vito fermamente non cedette e non rinnegò la fede in Cristo.
Restituito in un primo momento al padre questi cercò di farlo sedurre da alcune donne, ma neanche in questo caso riuscì a corrompere il ragazzo e allora lo mandò via. Stava per mare con coloro che lo avevano educato alla fede quando un’aquila portò loro acqua e cibo e poi sbarcarono alla foce del Sele sulle coste del Cilento, fino alla Lucania.
Questo fu il primo miracolo noto, ma poi se ne susseguirono molti altri. Si era sparsa la voce che fosse un taumaturgo e allora l’imperatore Diocleziano lo fece arrivare a Roma affinché guarisse suo figlio che era malato di epilessia. Nonostante dopo le preghiere di Vito il ragazzo guarì l’imperatore lo fece torturare lo stesso e lo condannò a morte.
I racconti narrano di vari tentativi di uccisione sventati miracolosamente finché poi stremato dalle torture insieme ai suoi amici cristiani morì il 15 giugno 303, ad un’età di circa 15 – 17 anni.
Il culto a San Vito
Nel corso dei secoli, le molte leggende su di lui lo resero conosciuto ed invocato per la guarigione di numerose malattie. In particolare San Vito è sempre stato pregato contro l’epilessia. Ma anche per la liberazione dalla corea, una malattia nervosa che dà movimenti incontrollabili, per questo è detta pure “ballo di san Vito”.
Tra i tanti miracoli attribuiti a San Vito c’è un’apparizione ad una donna salvata da una tragedia a Polignano in provincia di Bari.
Inoltre questo Santo è invocato nei casi di catalessi e sonno catatonico, e negli opposti come l’insonnia e pure nei casi di morsi di cani rabbiosi. Viene richiesta l’intercessine di San Vito anche contro l’ossessione demoniaca. È considerato anche il protettore dei muti, dei sordi così come della categoria dei ballerini, per la somiglianza nella gestualità agli epilettici.
Il culto al Santo si diffuse dopo che nel 756 l’abate Fulrad di Saint-Denis, avrebbe fatto trasportare le reliquie di san Vito nel suo monastero di Parigi. Successivamente, nell’836, l’abate Ilduino avrebbe donato queste reliquie al monastero di Korway nel Weser, da cui prese diffusione nel Medioevo la devozione a San Vito.
Nel corso della guerra dei Trent’anni, nel XVII secolo, le reliquie furono trasferite e da Korwey arrivarono a Praga. Sono circa 150 le città in Europa che vantano la presenza di reliquie di San Vito per cui non si conosce esattamente quali siano effettivamente autentiche. Molte località gli sono state dedicate e portano il suo nome.