Il santo di oggi 15 luglio San Bonaventura p un grande erudito e Dottore della Chiesa ed è stato un biografo di San Francesco d’Assisi.
Il Martirologio Romano ricorda che San Bonaventura da Bagnoregio “rifulse per dottrina, santità di vita e insigni opere al servizio della Chiesa”. Nacque nella cittadina di Bagnoregio nei pressi di Viterbo intorno al 1217 con il nome di Giovanni Fidanza.
Era figlio di un dottore ma non volle seguire le orme paterne. Dopo aver incontrato San Francesco d’Assisi capì che la sua strada avrebbe dovuto essere un’altra. Lui era bambino e il poverello di Assisi lo guarì da una grave malattia facendogli un segno in fronte.
Esclamò: “O bona ventura”. Fu così che poi entrato nell’ordine dei Frati minori volle prendere il nome di Bonaventura, in memoria di quell’episodio.
A 18 anni si fece frate e nel 1253 completò gli studi diventando magister e ottenendo quindi la licenza di insegnare teologia. Era un’epoca di ostilità per gli ordini mendicanti e c’era una forte lotta interna vedeva i maestri secolari attaccare i mendicanti, i quali non venivano riconosciuti nelle università.
Dopo che nel 1257 fra’ Bonaventura diventò Ministro generale dei Frati Minoridovette lasciare l’insegnamento e mettersi a viaggiare in tutta Europa. Molto più tardi fu definito “dottore serafico” per l’enorme contributo che diede alla teologia.
San Bonaventura volle mettere la filosofia al servizio della scienza teologica. Comprese che la filosofia può essere un aiuto nella ricerca umana di Dio riconducendo l’uomo alla sua dimensione interiore, cioè all’anima e di conseguenza ad arrivare al Creatore.
Sostenne che Cristo è la strada attraverso cui tutte le scienze dovrebbero passare perché solo la Verità rivelata può portare ad una corretta conoscenza di Dio. Difese la tradizione patristica e si mise a combattere l’aristotelismo.
Nel 1260 scrisse una biografia di San Francesco d’Assisi, la Legenda Maior, che andrà a superare per importanza e completezza tutte le biografie esistenti fino ad allora. Il Santo voleva riportare unità nell’Ordine che era diventato ormai numeroso con un numero complessivo di 30 mila frati.
L’unità era minacciata dai dissidi tra la corrente spirituale e le tendenze mondane. Diventò vescovo di Albano Laziale e poi cardinale. Più avanti, nel 1271 ritornò a Viterbo e diede un importante contributo al conclave che elesse papa Gregorio X.
Gli fu dato il compito di organizzare un Concilio a Lione per riunificare la chiesa latina e quella greca. Proprio nel corso di questo Concilio, dopo aver tenuto due interventi San Bonaventura morì, il 15 luglio 1274. Verrà canonizzato nel 1482 e nel 1588 papa Sisto V lo proclamò Dottore della Chiesa.
Il suo libro più noto è Itinerario della mente in Dio. In esso sostiene che l’intelligenza deve essere come le ali del Serafino. Lo stesso che alla Verna era apparso a San Francesco, con ali risplendenti e infuocate dal fuoco della carità.
La ragione, e quindi l’intelligenza, deve andare di pari passo con la carità perché solo così potrà esserci una vera e profonda comprensione. Soprattutto solo in questo modo si ha l’ ascesa verso la verità eterna che è Dio che è amore infinito e infinita carità.
Molto devoto alla Madonna, San Bonaventura compose una bellissima preghiera alla Vergine Maria.
Augusta Regina dei cieli!
Tu che in virtù della tua prerogativa di Madre di Dio
puoi comandare le potestà dell’inferno,
degnati di ordinare
che impediscano ai demoni
di provocarci il minimo danno,
e fa’ che gli angeli ci proteggano
e ci preservino da ogni male e da qualsiasi pericolo.
Amen
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