Madre e figlio, i Santi Giulitta e Quirico muoiono insieme, martirizzati brutalmente durante le persecuzioni dei primi secoli con la fermezza dell’esempio.
Il Martirologio Romano ricorda che in “Asia Minore avviene la commemorazione dei Santi Quirico e Giulitta“. Lei era una donna della Licaonia, di Iconio, una città che si trovava nell’attuale Turchia, e il piccolo Quirico era suo figlio, di soli 3 anni.
Un bambino molto piccolo e sua madre, quindi furono martirizzati insieme nel corso della persecuzione ai cristiani operata dall’imperatore Diocleziano nel III secolo. Giulitta era rimasta vedova e con il suo bambino in tenera età aveva lasciato la sua città e i suoi beni per sfuggire alla persecuzione e cercare di mettersi in salvo.
Insieme alle sue ancelle si era recata nella regione della Seleucia. Ma questo non era servito. Mentre proseguiva verso Tarso in Cilicia, fu arrestata in quanto cristiana e imprigionata con il suo piccolo. Fu tenace e perseverante nella fede, testimoniò in modo esemplare il suo amore per Gesù Cristo e pagò con il sangue la sua fedeltà.
Il martirio di madre e figlio
Il governatore Alessandro sottopose Giulitta a duri interrogatori e cercò in tutti i modi di farla abiurare. La proposta che veniva fatta ai cristiani imprigionati era di offrire sacrifici agli dei pagani per avere in cambio la vita salva. Anche a Giulitta fu proposto questo, ma lei si rifiutò di rinnegare Gesù e non ci pensò nemmeno ad abiurare.
Con fermezza proclamò la sua fede dicendo: “Io sono cristiana“. Secondo la tradizione il governatore teneva sulle sue ginocchia il bambino. Il piccolo, quando la madre pronunciò quelle parole esclamò con forza: “Anch’io sono cristiano” seguendo l’esempio di chi lo aveva partorito e amato.
Allora il governatore infastidito per questa affermazione del bambino prima gli diede calci e graffi e poi lo prese da un piede e lo scaraventò sul pavimento dall’alto del suo seggio. Il piccolo Quirico cadde battendo la testa sui gradini e ferendosi mortalmente. Si narra che “schizzarono le tenere cervella”.
La madre, che vide morire il suo bambino davanti ai suoi occhi, rimase pietrificata ma salda nella fede e successivamente fu uccisa anche lei per decapitazione. Una fedele ancella raccolse i loro corpi e li tenne nascosti fino a quando non ci fu un’epoca di pace per dar loro degna sepoltura.
Patroni dei poveri e dei bambini
San Quirico e Santa Giulitta vengono festeggiati il 16 giugno in Occidente e il 15 luglio in Oriente, e sono venerati come patroni dei poveri e dei bambini. L’anno preciso della loro morte dovrebbe essere il 303 o il 304.
Ci sono circa 40 versioni degli Atti del loro martirio. In molte ci sono elementi leggendari, come capita per tanti santi dei primi secoli la cui storia è stata tramandata dalla tradizione orale e modificata con aggiunte spesso fantasiose nel corso del tempo.
Ad introdurre il culto di questi santi in Europa fu Sant’Amatore, vescovo di Auxerre, il quale avrebbe portato le loro reliquie da Antiochia a Marsiglia. Da lì papa Vigilio le fece traslare a Roma dove c’è una chiesa a loro dedicata nell’attuale rione Monti.
Preghiera a Santa Giulitta e San Quirico
O Santi martiri Quirico e Giulitta!
Secondo la parola del Signore,
già non ricordate più le sofferenze passate.
Il sacrificio di madre e figlio,
iniziando in una confessione dolorosa,
è oggi un sacrificio di gioia e di lode.
Perché il vostro sacrificio comune continua in cielo:
è la base dei rapporti forti e dolci dei quali Dio si compiace,
la fonte di benedizioni che il Signore
ama effondere per vostra intercessione sulla terra.
Amen