Santa Macrina, che si ricorda oggi 19 luglio, è chiamata la giovane ed è la sorella di due grandi e celebri santi. Ha rifiutato di sposarsi per farsi monaca.
Denominata Santa Macrina la giovane per distinguerla da sua nonna, Macrina l’anziana, anche lei santa, crebbe in una famiglia in cui la santità era palpabile. Tra i suoi fratelli c’erano infatti San Basilio Magno e San Gregorio di Nissa, entrambi Padri della Chiesa.
Nacque intorno al 324 ed era la primogenita di dieci figli, tra cui appunto, i due illustri santi. I loro genitori erano Basilio ed Emmelia, anch’essi venerati dalla Chiesa. La famiglia si trovava a Cesarea in Cappadocia ed è lì che Macrina vide la luce.
Ricevette un’educazione cristiana da cui sgorgò in lei come nei suoi fratelli la santità. La nonna, di cui lei portava il nome era una figura di riferimento per tutta la famiglia per le sue grandi virtù. Rimasta vedova in giovane età è considerata protettrice delle vedove insieme ad altre figure di sante a cui è toccata questa sorte.
Le fonti attestano che Macrina era una ragazza molto bella e, come era consuetudine all’epoca, era stata promessa in sposa molto giovane. Il promesso sposo però morì prematuramente.
Macrina allora decise di rifiutare altre proposte di matrimonio e di consacrare la sua verginità a Dio. Quindi rimase in casa ad occuparsi della famiglia e dei fratelli più piccoli. Aiutava la madre, dato che nel frattempo, dopo la nascita del decimo figlio, il padre morì.
Influenzò i fratelli nella fede e incoraggiò Basilio ad intraprendere uno stile di vita ascetico dopo che lui completò i suoi studi a Costantinopoli e ad Atene. Si prese cura dei fratelli, dunque, fino a quando ognuno di loro non prese la propria strada.
A quel punto convinse la madre a ritirarsi insieme a lei presso un monastero nel Ponto, esattamente nella località di Annesi, quella che oggi è la città di Amasya in Turchia. Lì poi fondò lei stessa un monastero, con l’aiuto della madre che ne divenne la badessa. Successivamente, alla morte della madre, prese lei il suo posto.
Santa Macrina condusse una vita molto semplice e nascosta, in grande umiltà. I suoi grandi fratelli le erano molto legati. Così come Basilio ascoltava i suoi consigli, anche colui che sarebbe divenuto San Gregorio di Nissa andava spesso a trovarla.
Si narra di un incontro che ebbero dopo la morte di Basilio, quando Gregorio si recò da lei, che era pure molto malata, dopo poco sarebbe morta, per ricevere consolazione. I due fratelli ebbero un profondo dialogo spirituale incentrato sulle verità della fede. Questo dialogo fu poi trascritto da Gregorio stesso nell’opera De anima et resurrectione. In essa Macrina è considerata con l’appellativo “l’insegnante”.
San Gregorio scrisse anche una Vita sulla sorella in cui riportò una preghiera che Macrina fece in punto di morte. In essa esprimeva la serenità di andare al cospetto di Dio. Diceva infatti: “Signore, tu ci hai liberati dalla paura della morte. Tu hai fatto del tramonto della nostra vita l’alba della vera vita“.
Riflettendo sulla sua vita ormai giunta al termine condifava nella misericordia divina. “Se sono caduta per la debolezza della mia natura, nelle parole, nelle azioni, nei pensieri, concedimi il perdono, affinché io possa avere ristoro e perché venga trovata al tuo cospetto senza macchia, nel momento in cui verrò spogliata del mio corpo. Cosicché la mia anima, santa e immacolata sia accolta nelle tue mani, come incenso di fronte a te”.
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