San Bernardino Realino è il santo di oggi 2 luglio: visse a Lecce per quasi metà della sua vita e ne divenne il Patrono quando era ancora in vita.
Nato da un’illustre famiglia di Carpi, in Emilia Romagna, il 1° dicembre 1530, San Bernardo Realino era il primogenito di un funzionario della corte nell’Italia settentrionale.
Da giovane si distingue per l’attitudine agli studi e spazia dalla medicina alla letteratura, dal diritto alla filosofia, frequentando varie università.
Faceva parte dei circoli studenteschi di Modena e viveva spensieratamente i suoi anni giovanili, in svaghi e divertimenti.
Dopo la laurea in legge conseguita nel 1556 a Bologna, entra al servizio del marchese Francesco Ferdinando d’Avalos, viceré di Sicilia, si trasferisce a Napoli.
In quel periodo pratica la scherma e dimostra una spiccata abilità anche a usare il pugnale. Un giorno durante una rissa arriva a ferire un uomo.
La sua vita però cambierà e le intemperanza giovanili lasceranno posto ad un’interiorità che si apre sempre di più alla fede.
Dopo Napoli svolge il ruolo di podestà a Felizzano, poi diventa avvocato fiscale ad Alessandria, e ancora giudice a Castiglione, lavora anche a Pescara.
Ha anche un grande talento letterario e pubblica un commento al celebre poeta latino Catullo, ottenendo la stima e l’apprezzamento dei maggiori umanisti del tempo.
Vari eventi lo sconvolgono: prima muore la donna amata, Cloride. Poi subisce i problemi economici nelle terre che amministra.
In preda allo sconforto arriva a meditare il suicidio, ma poi nel 1564 due eventi trasformano la sua vita. Prima ha un’apparizione della Vergine col Bambino e successivamente incontra un padre gesuita che gli consiglia la recita del Rosario.
Il suo cuore si trova cambiato, la preghiera lo trasforma e la devozione alla Beata Vergine Maria gli fa da guida. Avverte la vocazione religiosa e a 34 anni entra nel collegio napoletano Compagnia di Gesù.
Qualche anno dopo, nel 1567, viene consacrato sacerdote. Diventerà direttore spirituale e maestro dei novizi.
Nel 1574 viene mandato a Lecce e lì vi resterà per il resto dei suoi giorni, 42 anni in cui si dimostrerà un ottimo sacerdote e un grande confessore.
Si formano lunghe file davanti al suo confessionale e le persone giungono da altre località per andare a confessarsi da lui.
Sembra che avesse il dono dello scrutamento delle coscienze e si diffonde ben presto la fama di santità. Viene considerato un uomo santo quando è ancora in vita.
A Lecce fonda la Chiesa del Gesù, dove riposa il suo corpo, e da inizio a un movimento di preti diocesani con l’intento di migliorare la conoscenza della teologia morale e formare buoni confessori e predicatori.
Giunto all’età di 86 anni, ormai molto malato, riceve in visita una delegazione del Comune della città che gli chiede di diventare il patrono di Lecce non appena fosse arrivato in Cielo.
Lui, molto debole riesce solo a fare un cenno con la testa per acconsentire. Poco dopo muore: era il 2 luglio 1616.
L’iconografia raffigura spesso San Bernardino Realino con Gesù Bambino. Questo è un rimando all’apparizione che ebbe durante una vigilia di Natale, mentre pativa il freddo.
Gli apparve la Madonna che gli diede da tenere tra le braccia il divin Figlio. Fu canonizzato nel 1947 da papa Pio XII che lo confermò compatrono di Lecce.
Signore e nostro Dio,
che hai mandato il tuo santo sacerdote, Bernardino Realino,
per portare il Vangelo della pace alle città e ai villaggi.
Dio nostro, che hai insegnato alla tua Chiesa
a osservare tutti i comandamenti celesti nell’amore di Dio e del prossimo
aiutaci a praticare opere di beneficenza
a imitazione del tuo Sacerdote San Bernardino.
A te, beato San Bernardino,
che hai sempre cercato di mantenere la famiglia come nucleo principale
nel cui grembo è stato generato l’unico vero amore di Dio,
ti chiediamo forza e perseveranza per mantenere l’amore tra la nostra gente.
Liberaci dalle discussioni, dalle separazioni, litigi e arroganza,
e mantienici nell’amore, nell’armonia e nella pace,
in modo che ciascuno dei suoi membri possiamo godere della felicità familiare.
Amen.
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