Il santo di oggi 20 luglio, Sant’Elia profeta, è uno dei più grandi profeti di’Israele ed è davvero unico e singolare il modo in cui è andato in cielo.
Il Libro del Siracide (48,1) descrive Sant’Elia profeta con queste parole: “Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco; la sua parola bruciava come fiaccola”. Appare chiaro come la nota caratterizzante di questo grande profeta sua la sua parola potente tanto da essere paragonata alle fiamme del fuoco.
Sant’Elia Tesbita fu profeta del Signore ai tempi del regno Acab e di Acazia. Si schierò contro le infedeltà praticate dal popolo e sottolineà l’importanza di tornare a Dio. Fu talmente grande da essere considerato una sorta di precursore di San Giovanni Battista, il quale a sua volta fu il precursore di Cristo.
Il nome Elia significa “il mio Dio è Jahvé” e la nascita del profeta si colloca verso la fine del X secolo a. C. Si trovò a fronteggiare il culto pagano al dio Baal. Dedicò la sua vita ad allontanare il popolo dall’adorazione degli idoli per riportarlo verso il vero e unico Dio.
Elia era un uomo virtuoso e austero, vestiva con un mantello di pelle di cammello che metteva sopra ad un semplicissimo grembiule stretto ai fianchi. Nel primo Libro dei Re, al cap. 18, si narra che Israele sotto il regno di Acab era piombato nell’idolatria pagana. Il popolo adorava il dio Baal a cui chiedeva il dono della pioggia e di conseguenza la fertilità ai campi e il benessere del bestiame e della popolazione.
Elia, per contrastare questo culto radunò il popolo sul Monte Carmelo e lo pose di fronte alla scelta: seguire Dio o il dio Baal. Erano oltre 400 gli idolatri. Davanti a quella sfida arrivò la risposta del Signore che bruciò l’offerta per il sacrificio che era stata preparata da Elia su un altare fatto da 12 pietre, che rappresentavano il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, alle quali il Signore aveva dato il nome di Israele. Davanti a questo il popolo si convertì.
La regina Jezebel, moglie di Acab, che era un’idolatra, non accettò questa sconfitta e decise di far uccidere Elia. Prodigiosamente, mentre stava dormendo un angelo lo svegliò e lo esortò a salire sul monte Oreb, luogo in cui avrebbe incontrato il Signore.
Camminò per 40 giorni e 40 notti per raggiungere quella meta e in un viaggio che è la rappresentazione metaforica del percorso di purificazione dell’anima verso Dio.
Arrivato a destinazione l’incontro con Dio avvenne non nel modo eclatante che si sarebbe aspettato. Sentì Dio nel levarsi di una brezza leggera che conforta Elia e lo invita a non perdersi d’animo. In quell’esperienza il profeta comprende il valore dell’obbedienza e della perseveranza nella fede.
Proseguì la sua sfida alle malefatte di Acab e sua moglie e tra gli episodi narrati c’è quello in cui alleviò le sofferenze di una vedova guarendo il figlio malato . Al termine della sua missione su questa terra Elia scomparve portato in Cielo da un carro di fuoco.
Lasciò sulla terra il suo mantello che fu preso da Eliseo, il quale divenne il suo successore e lo indossò come segno di investitura.
Sant’Elia,
che in tempi di errori e infedeltà da Dio
fosti mandato al popolo eletto
per ricordare la verità e richiamare alla coerenza,
guarda con benevolenza questa comunità,
che i padri a te affidarono
quale protettore provvido e potente.
Accompagnali nel cammino della vita,
rendila memore della sua identità cristiana,
ispirala ai valori della tradizione,
informa la vita dei sentimenti buoni,
e, nell’ascolto e nell’osservanza della Parola
fa che viva nella laboriosità,
nella prosperità e nella pace.
Amen
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