San Celestino I, santo di oggi 27 luglio, è stato il 43° pontefice ed era legato da una profonda amicizia a Sant’Agostino.
San Celestino visse a cavallo tra IV e V secolo. IL Martirologio Romano nell’enunciazione della sua memoria liturgica ricorda questo pontefice come strenuo difensore della Chiesa cattolica.
Non si hanno informazioni certe sulla sua data di nascita. Si sa che nacque nella seconda metà del IV secolo in Campania e molto probabilmente era imparentato con la famiglia dell’imperatore Valentiniano III.
Nella prima parte della sua vita, dopo che fu nominato diacono nella Chiesa di Roma conobbe Sant’Agostino di Ippona, all’incirca intorno al 390 e fu legato a lui da una profonda amicizia.
Quando nel 422 morì papa Bonifacio I fu chiamato collegialmente a succedergli. Indirizzò il suo pontificato alla difesa della dottrina cattolica fortemente attaccata dalle varie eresie dell’epoca.
Fin dal principio cominciò subito a battersi con grande zelo per la restaurazione dottrinale e disciplinare della Chiesa. Si trovò a dover contrastare l’eresia pelagiana che negava l’esistenza del peccato originale e delle sue conseguenze. I pelagiani furono scacciati dall’Europa e finirono in Irlanda e in Gran Bretagna, dove vi mandò San Germano, vescovo di Auxerre, per convertirli.
Dovette affrontare anche l’eresia di Nestorio, patriarca di Costantinopoli, che considerava l’umanità e la divinità di Gesù non ipostaticamente, ma solo moralmente e negava l’attributo di Madre di Dio alla Madonna.
Per comprendere come agire meglio nei confronti di queste eresie il pontefice Celestino I chiedeva consiglio al suo amico Sant’Agostino. Nella questione nestoriana a causa della guerra vandalica in atto non riuscì a raggiungerlo e chiese collaborazione a Cassiano di Marsiglia.
Anche il patriarca di Alessandria San Cirillo si schierò dalla sua parte e con il loro aiuto convocò un concilio nel 430 in cui si condannavano ufficialmente gli errori di Nestorio e, pena la deposizione, gli si imponeva di ritrattare formalmente per iscritto entro 10 giorni.
Su volere dell’imperatore Teodosio II convocò poi un concilio ad Efeso l’anno successivo, nel 431 in cui si ribadiva la condanna alle tesi eretiche.
Si dice che Celestino I avesse avuto in giovinezza anche un altro amico santo molto celebre. Si tratta di Sant’Ambrogio che avrebbe frequentato a Milano durante un periodo di permanenza nella città lombarda.
Poco dopo il concilio di Efeso, quando nonostante la condanna l’eresia nestoriana non aveva cessato di diffondersi, papa Celestino I morì, il 27 luglio 432 e fu sepolto a Roma nel cimitero di Priscilla.
Nell’824 San Pasquale fece traslare le sue spoglie presso la basilica di Santa Prassede che lui aveva fatto ricoprire di bellissimi mosaici.
L’ultimo atto ufficiale di papa Celestino I sembra esser stato l’invio di San Patrizio in Irlanda, fatto di notevole importanza per le conseguenze positive che avrebbe avuto per quella terra.
Il pontefice aveva manifestato grande zelo per quel che riguardava gli affari locali della Chiesa di Roma. Fece restaurare ed abbellire la chiesa di Santa Maria in Trastevere, la chiesa di Santa Sabina e le catacombe di Santa Priscilla. Sono suoi pure diversi interventi nell’ambito della liturgia.
Alcune sue reliquie si trovano anche nel mantovano, in San Paolo fuori le mura e in San Petronio a Bologna. Il suo culto si diffuse molto in area padana grazie alla dinastia canossana partendo da Mantova ed arrivando ad alcune aree dell’Emilia.
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