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Santi

Santo di oggi 28 agosto, Sant’Agostino di Ippona: cerca la verità e trova la grazia

Oggi 28 agosto si commemora Sant’Agostino di Ippona, vescovo e Dottore della Chiesa convertitosi dopo una vita dissoluta.

Sant’Agostino di Ippona – lalucedimaria.it

Tra i più grandi e famosi santi della Chiesa cattolica, Sant’Agostino di Ippona ha esercitato un fascino che non è mai cessato attraverso i secoli.  

Eccelso pensatore dopo un lungo travaglio interiore che lo ha portato a vivere anni di vita dissoluta lontano dalla fede e su vie distorte per grazia ha incontrato la Verità da lui tanto cercata 

Nacque a Tagaste nella Numidia di allora il 13 novembre 354. La madre era Sant’Elena, colei che con amore materno, fede e preghiere ha influito notevolmente sulla sua conversione. Il padre invece, era il pagano Patrizio, anche lui convertito dopo l’amorevole sostegno della moglie.  

Santo di oggi 28 agosto: Agostino di Ippona

Dopo aver trascorso l’infanzia a Tagaste, nel 371 Agostino andò a Cartagine dove studiò retorica. Conobbe una ragazza e con lei intraprese una convivenza durata 15 anni dalla quale nacque un filgio, Adeodato 

Le sue qualità intellettuali lo portarono verso la filosofia, mentre inizialmente non provava nessun interesse per le Sacre Scritture pur avendo ricevuto un’educazione cristiana.  

Influenzato da un pensiero razionalista si indirizzò verso il manicheismo che cominciò a praticare. Era la religione dualista che contrapponeva due principi, uno buono e uno cattivo dominanti sul mondo e sull’animo umano. 

Tornato a Tagaste non trovò accoglienza dalla madre che per correggerlo volle tenerlo lontano da casa. Lo riammise solo dopo aver avuto un sogno premonitore che le preannunciava la conversione del figlio.  

La svolta: l’incontro con Sant’Ambrogio e la conversione

Alla ricerca della verità, restando prima sulle tesi manichee Agostino si recò a Roma dove fondò una scuola. Ebbe però molte delusioni dai manichei vedendo la loro vita dissoluta e incoerente e si trasferì a Milano 

Lì fece un incontro determinante per la sua vita: ebbe modo di ascoltare i sermoni di Sant’Ambrogio, vescovo della città lombarda e di frequentare un anziano sacerdote, San Simpliciano.  

Furono questi incontri, soprattutto quello con Sant’Ambrogio ad aprire il suo cuore alla fede. Portò la madre e il figlio con sé e nel 386 ricevette il Battesimo proprio dalle mani del santo vescovo di Milano.  

Dopo la morte della madre, avvenuta nel 386 di ritorno verso la patria, scelse di trasferirsi ad Ippona dove trovò un luogo per stare in pieno raccoglimento.  

Vescovo e “Doctor gratiae”

Per acclamazione popolare divenne sacerdote e poi assunse il ministero episcopale nella città africana. Fu vescovo per 34 anni fino alla sua morte. Lasciò quindi la vita monastica che in un primo momento aveva intrapreso e si dedicò al gregge che gli era stato affidato.  

Si impegnò tenacemente nel contrasto alle eresie di quei tempi: oltre al manicheismo imperversava anche il pelagianesimo.  

Fu autore di testi teologici, mistici, filosofici, esegetici. Su tutti spiccano le Confessioni, in cui racconta in prima persona la sua storia di conversione e La città di Dio. 

Mentre Ippona era invasa dai vandali, nel 429 si ammalò e morì il 28 agosto. Il suo corpo fu sottratto alla devastazione dei Vandali quando la città fu incendiata e fu prima trasportato Cagliari. Poi, molto tempo dopo, intorno al 725 le sue spoglie furono traslate a Pavia, nella Chiesa di S. Pietro in Ciel d’Oro, uno dei luoghi della sua conversione.  

Il pensiero di Sant’Agostino

Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato! Tu eri dentro di me e io stavo fuori, e lì ti cercavo gettandomi, deforme, sulle belle forme delle creature fatte da Te. Tu eri con me, ma io non ero con Te; mi tenevano lontano le creature che, se non esistessero in Te, non avrebbero esistenza. Tu mi hai chiamato, hai gridato, hai vinto la mia sordità. Tu hai balenato, hai sfolgorato, hai dissipato la mia cecità. Hai diffuso il tuo profumo, io l’ho respirato e ora ho fame e sete di Te “ è un celebre passaggio delle Confessioni in cui Sant’Agostino esprime i suoi sentimenti e il suo pensiero illuminato dalla fede 

La sua conversione è stata graduale a seguito di una ricerca della verità che ha condotto a lungo senza mai trovarla appieno. Poi per grazia la sua mente e il suo cuore fu illuminato dalla luce della fede e tutto gli apparve chiaro.  

Sant’Agostino operò una conciliazione tra fede e ragione spiegando che entrambe sono  sono “le due forze che ci portano a conoscere”. Il suo pensiero  al riguardo si può sintetizzare in due celebri formule: “Crede ut intelligas”, ovvero Credi per comprendere, perché l’atto di fede illumina l’uomo nella ricerca della verità. Ma al tempo stesso “Intellige ut credas”  insieme Comprendi per credere, perchè, come insegnato poi anche da San Giovanni Paolo II la ragione, dono di Dio, deve essere usata affinché la fede sia vera, profonda e ben fondata.  

Romana Cordova

Scritto da
Romana Cordova

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