Santo di oggi 3 luglio, San Tommaso apostolo: incredulo, tocca con mano la verità

San Tommaso apostolo, il santo di cui facciamo memoria oggi, fa parte dei Dodici ed è celebre per l’episodio in cui volle toccare le ferite di Gesù dopo la Resurrezione.

Riconobbe il Signore Gesù solo dopo aver avuto la prova che fosse lui. L’iniziale incredulità di San Tommaso è diventata proverbiale e sottolineata dalla frase di Gesù “beati coloro che pur non avendo visto crederanno”. 

San Tommaso apostolo, Santo di oggi 3 luglio
San Tommaso apostolo – lalucedimaria.it

Nei Vangeli sinottici Tommaso viene nominato insieme con Matteo, negli Atti degli apostoli si trova accanto a Filippo. Il Vangelo di Giovanni è quello che parla di lui più degli altri, e lo definisce Didimo, cioè gemello. 

È, dall’aramaico, la prima informazione che abbiamo di lui. Non se ne hanno molte altre. Non si sa quale mestiere facesse né quale fosse il luogo di provenienza di San Tommaso.  

San Tommaso, santo di oggi 3 luglio: seguace molto razionale

Nel capitolo 11 del Vangelo di Giovanni si trova Tommaso che quando Gesù si dirige verso Betania, diventata terra pericolosa, esclama con forza: “Andiamo anche noi a morire con lui”. Esprime una piena volontà di seguire il Maestro senza esitazione e fino alle possibili estreme conseguenze. Lo si ritrova poi più avanti, al momento dell’Ultima Cena, come racconta il capitolo 14 del Vangelo di Giovanni.  

Quando Gesù afferma che dove andrà lui loro, gli apostoli, non potranno andare, Tommaso si fa avanti e gli domanda: “Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”. È la domanda a cui Gesù risponde di essere lui stesso, la Via, la Verità e la Vita.  

Ma San Tommaso, il santo di oggi, rimane impresso soprattutto per ciò che dice in un’altra occasione. Lo riporta sempre l’evangelista Giovanni al capitolo 20 del Vangelo.  Dopo la Resurrezione del Signore, quando gli apostoli si riuniscono e Gesù appare loro. Ma la prima volta Tommaso non c’era.  

Persona molto razionale, non riesce a credere subito a quanto gli dicono gli altri. Si tratta di qualcosa di così grande e importante che in un primo momento si manifesta incredulo.  

L’incredulità di san Tommaso si arrende alla grandezza di Dio

Tommaso vuole le prove, desidera una certezza che può venire solo dai suoi sensi. Agli apostoli che gli dicevano di aver visto il Signore rispondeva: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”(Gv 20, 25). 

Trascorrono otto giorni e mentre gli apostoli erano di nuovo riuniti Gesù appare di nuovo. Questa volta c’è anche Tommaso e Gesù gli si rivolge invitandolo a mettere il dito nel suo costato colpito dalla lancia e a guardare le sue mani dove c’erano i segni dei chiodi della crocifissione per accertarsi che le sue piaghe fossero vere, che si trattasse davvero di lui. 

A queste parole l’evangelista racconta che Tommaso non ha altro da esclamare se non “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20, 28). Non solo crede, ma si rende conto della sua incredulità, del bisogno di constatare con l’evidenza provata.  

Si potrebbe pensare, soprattutto nella nostra epoca così dominata dalla razionalità e dalla ricerca di scientificità e dimostrazioni esperienziali che sia un tratto umano normale, qualcosa di ovvio, forse.  E invece a questo riguardo sono esplicative le parole che seguono, quelle di Gesù, che subito dopo dice: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!(Gv 20, 29). 

San Tommaso apostolo, è citato anche nell’apparizione di Gesù sul lago di Tiberiade e se ne fa menzione negli Atti degli apostoli dopo l’Ascensione. Poi non si hanno più ulteriori notizie di lui. Secondo la Tradizione, ma non ci sono informazioni storicamente accertate su questo, San Tommaso evangelizzò la Siria, la Persia e testimoniò Cristo fino al martirio, avvenuto forse nel 72 nei pressi dell’odierna Mylapore. Fu martirizzato con colpi di lancia, che rimane uno dei suoi simboli iconografici.  

Ci sono scritti apocrifi a lui attribuiti che però risalgono ad epoche posteriori, dal II al V secolo, e presentano marcati accenti gnostici. Nella Basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona, in Abruzzo sono conservate alcune sue reliquie. 

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