Oggi 4 settembre è la memoria liturgica di Santa Rosalia, la cui grande venerazione è a Palermo, dove è chiamata “Santuzza”.
In Sicilia è sempre grande il culto a Santa Rosalia, che si ricorda oggi 4 settembre, con feste e cerimonie molto partecipate. È una santa palermitana del XII secolo, vergine eremita, e c’è un luogo in particolare molto legato alla sua figura.
Nata intorno al 1130 a Palermo da una nobile famiglia, Santa Rosalia era figlia del conte Sinibaldo de’ Sinibaldi e di Maria Guiscardi, che aveva legami con al potente dinastia normanna degli Altavilla. Fu educata alla fede cristiana e viveva con la famiglia presso la villa sita nel quartiere palermitano dell’Olivella. Aveva modo anche di frequentare la corte di Ruggero II.
Santo di oggi 4 settembre: Santa Rosalia
Era una ragazza molto bella e all’età di 15 anni fu promessa sposa ad un nobile, Baldovino. Il giorno prima del matrimonio, però, mentre si specchiava vide riflesso allo specchio il volto di Gesù sofferente.
Capì che quella era una chiamata a consacrarsi a Dio e decise di non sposarsi. Per evitare le nozze si tagliò le lunghe trecce, un gesto che voleva rappresentare la sua volontà di consacrare la propria verginità, e andò a ritirarsi in un monastero.
Si trovava nel monastero basiliano del Santissimo Salvatore e sia il promesso sposo che i genitori andarono da lei cercando di farle cambiare idea. Ma lei non intendeva tornare sui suoi passi e per mettere una distanza più grande con loro andò a rifugiarsi in una località a circa 80 chilometri da Palermo presso i possedimenti paterni a Santo Stefano Quisquino.
Lì viveva in una grotta come un’eremita dedicandosi alla contemplazione e alla preghiera. Vi trascorse 7 anni. Poi fu scoperta da alcuni abitanti del luogo e si trasferì in una caverna sul Monte delle Rose, nel territorio di Bivona. Rimase in quel luogo per altri 5 anni.
Il culto alla vergine eremita e i miracoli
Dopo 12 anni di eremitaggio Rosalia tornò nella sua città e proseguì la vita eremitica in una grotta sul Monte Pellegrino, che trasuda prodigiosamente acqua. Rimase in quel luogo fino alla sua morte avvenuta il 4 settembre di un anno imprecisato intorno al 1170.
Circolava la fama di santità riguardo la sua persona e il culto crebbe ben presto. Già dal 1196 si attesta in un Codice di proprietà di Costanza d’Altavilla la venerazione a Santa Rosalia. Lo testimonia anche la presenza di un’antica tavola lignea e successivamente nel XIII di un’altare in cui era raffigurata.
A Palermo le furono dedicate due cappelle, una all’Olivella, il suo luogo di nascita e l’altra sul Monte Pellegrino dove trascorse l’eremitaggio. Il culto che nel Cinquecento si era affievolito, riprese con vigore nel secolo successivo, quando nel 1624 durante un’epidemia di peste ci fu un miracolo.
Fu pregata da una donna malata, Girolama Gatto e per sua intercessione avvenne la totale guarigione della donna, da quel male incurabile e tremendo. Inoltre la donna ebbe una visione di Santa Rosalia che le indicava il luogo in cui si trovavano le sue spoglie.
Riferite le indicazioni i frati francescani effettivamente trovarono ciò che rimaneva della santa. Un altro miracolo avvenne quando un uomo, disperato dopo aver perso la moglie per la peste, stava per suicidarsi. Gli apparve Santa Rosalia che lo distolse dall’intento e anche a lui indicò dove trovare le sue spoglie.
Le reliquie della santa furono portate in una processione, il 9 giugno 1625, con la quale si chiedeva la fine dell’epidemia, e le preghiere furono presto esaudite. Sarà nel 1666 che Santa Rosalia diventerà la patrona di Palermo. È una delle sante siciliane più conosciute e popolari, insieme a Sant’Agata e a Santa Lucia.