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Santo di oggi 5 luglio, Sant’Antonio Maria Zaccaria: scopre la cura che salva le anime

Sant’Antonio Maria Zaccaria, il santo di oggi, 5 luglio, è sacerdote e medico lombardo, inoltre è il fondatore dei Barnabiti e individua in una pratica potentissima la cura che guarisce l’anima dai mali più profondi e salva. 

Sant’Antonio Maria Zaccaria – lalucedimaria.it

Sant’Antonio Maria Zaccaria, medico e sacerdote, fondò l’Ordine dei Barnabiti ed “è una delle grandi personalità della riforma cattolica del Cinquecento, impegnato nel rinnovamento della vita cristiana in un’epoca di profonda crisi nel campo della fede e dei costumi“, come disse papa Benedetto XVI in sua memoria.

Nacque a Cremona nel 1502 da una famiglia dell’alta nobiltà. Rimase presto orfano di padre e la madre si occupò da sola della sua educazione. Si hanno poche notizie della sua infanzia.

Cresciuto, studiò a Padova dove nel 1524 si laureò in medicina. Dopo la laurea tornò nella sua terra e lì invece di proseguire nella professione medica fece un’altra scelta.

Avvertì la vocazione religiosa e iniziò a dedicarsi ad insegnare il catechismo ai bambini che radunava presso una chiesa. Riuniva anche gruppi di adulti con i quali meditava sulla Sacra Scrittura. Intraprese quindi gli studi ecclesiastici sotto la guida dei padri domenicani e nel 1529 fu consacrato sacerdote.

Sant’Antonio Maria Zaccaria, Santo di oggi 5 luglio

Lasciò dunque il lavoro di medico per dedicarsi a tutti e curare più che i corpi le anime. Comprese come anche molte persone malate avessero bisogno più della cura del corpo di quella dell’anima per trovare la salvezza, ciò che più conta.

Individuò nell’adorazione eucaristica il modo attraverso cui si può arrivare una guarigione profonda. Nell’incontro con Gesù, vivo e presente nel Santissimo Sacramento arriva la liberazione da ogni male, la luce che illumina il cuore e fa uscire dalle tenebre che peraltro non possono che portare sempre sofferenza.

Sembra che durante la prima Messa che celebrò avvenne un prodigio. Al momento dell’elevazione dell’ostia si vide apparire uno stuolo di figure angeliche che stava attorno a lui. Fu la testimonianza dei fedeli presenti in chiesa.

Diventò cappellano della contessa di Guastalla, Ludovica Torelli, e con lei si recò a Milano ed entrò in contatto con l’Oratorio dell’Eterna Sapienza.

Qui insieme a due nobili milanesi pensò alla trasformazione di questo oratorio in quella che sarebbe diventata la Congregazione dei Chierici Regolari di San Paolo. Vennero chiamati anche Barnabiti perché la loro prima sede era la chiesa di San Barnaba a Milano. 

Sant’Antonio Maria Zaccaria: scopre potenza dell’adorazione

Dopo la fondazione della Congregazione di San Paolo, insieme alla contessa Torelli fonda anche la Congregazione delle Suore Angeliche di Paolo converso e quella dei Maritati di San Paolo.

Sono le tre congregazioni, maschile, femminile e laicale che volle istituire per contribuire al risveglio spirituale e morale necessario nella sua epoca.

Lottava in particolare contro la tiepidezza e l’indifferenza, elementi molto diffusi e per questo scrisse dei sermoni, soprattutto uno dal titolo Di una causa della negligenza e tiepidezza nella via di Dio.

Le tre Congregazioni propagavano pratiche devozionali nuove. Tra queste c’erano le Quarantore pubbliche, con l’ esposizione del Santissimo Sacramento, e i tocchi di campana ogni venerdì alle 15, in ricordo dell’ora della morte del Signore.

Inoltre, importantissimo, ideò la pratica dell’adorazione eucaristica perpetua, fino ad allora inesistente.

I padri Barnabiti diventarono presto noti alla popolazione per alcuni tratti distintivi: erano in larga prevalenza giovani preti, vivevano in povertà e andavano per le strade predicando ed esortando alle penitenze pubbliche.

Sant’Antonio Maria Zaccaria intendeva dare vigore alla pietà popolare  al fine di riaccendere nei cuori l’amore per Gesù. Allo stesso tempo voleva indicare anche al clero che si era moralmente allontanato dalla fede, la giusta via per avvicinarsi a Dio.

I Barnabiti furono accusati di eresia e furono sottoposti a due processi dai quali uscirono assolti. Nel 1539 la sua salute vacillò e comprendendo che stava per morire volle tornare a Cremona nella sua casa natale, dove morì il 5 luglio con la mamma accanto, all’età di 37 anni.

Fu prima beatificato nel 1634. Poi il titolo gli fu tolto con un decreto di papa Urbano VIII. Successivamente nel 1890 fu reintegrato il suo culto. Nel 1897 fu canonizzato. Il suo corpo riposa nella chiesa di San Barnaba a Milano.

Romana Cordova

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Romana Cordova

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