Il santo che si ricorda oggi 9 settembre è San Pietro Claver, sacerdote gesuita missionario tra gli schiavi della Colombia che libera evangelizzando.
San Pietro Claver, la cui memoria liturgica è oggi 9 settembre, è un sacerdote gesuita vissuto a cavallo tra XVI e XVII secolo noto per la sua importante missione di liberazione degli schiavi colombiani.
Ha portato il Vangelo e la fede in Cristo a coloro che non lo conoscevano restituendo loro la piena dignità che gli era stata tolta. Nato a Verdù, in Spagna, il 25 giugno 1581, aveva ricevuto una buona educazione cristiana dalla sua famiglia di condizioni umili.
Nonstante la mancata approvazione dei genitori sceglie la vita religiosa e diventa sacerdote. Intraprende il noviziato a Terragona quando entra nella Compagnia di Gesù.
Si divide tra Palma de Maiorca e Barcellona dove studia filosofia e teologia. Successivamente viene inviato a Cartagena in Colombia ed è lì, nel 1616 che inizia il suo ministero sacerdotale. A quell’epoca Cartagena era tra i maggiori centri di sfruttamento delle persone di colore in tutto il Sudamerica.
La riduzione in schiavitù era una condizione fortemente presente e dilagante e allora Pietro Claver decise di dedicare la sua vita a combatterla e di cercare di restituire la libertà a tutti coloro a cui era stata sottratta. Un’altra santa, diversi secoli dopo, avrà sperimentato sulla sua pelle questa miserevole condizione.
Non soltanto aiuta gli schiavi sotto l’aspetto materiale, ma la sua azione è una profonda opera di evangelizzazione. Fa conoscere la fede cristiana, annuncia il Vangelo e fioccano le conversioni. Compie moltissimi battesimi e sostiene spiritualmente coloro che vivono in schiavitù.
Sopraffatti e oppressi, gli schiavi avevano smarrito il senso della loro dignità personale, che gli era stata sottratta nei modi più brutali. San Pietro Claver li riporta alla consapevolezza del grande valore di ciascun essere umano, li aiuta a non soccombere e seppure non può restituirgli la libertà fisica gli fornisce il sostegno per trovare quella interiore.
Riceve molte critiche e numerosi attacchi per il suo operato. La condizione di schiavitù era tollerata e avallata anche da uomini di Chiesa che non mancarono di mostrargli ostilità e di cercare di mettergli i bastoni tra le ruote.
Lui però non si scoraggia e rimane fermo a compiere la sua missione, che lo coinvolgerà per 44 anni, fino alla fine dei suoi giorni. Anche durante una terribile pestilenza rimane affianco a chi soffre e offre il suo aiuto pratico e morale. Erano tante le ore che trascorreva ad impartire il sacramento della Confessione.
Rimane contagiato dalla peste, ma miracolosamente sopravvive anche se il suo corpo rimane molto fiaccato. Da quel momento in poi non più più svolgere tutte le attività che svolgeva prima: saranno i suoi ultimi 4 anni di vita durante i quali però non si risparmia e continua a dare il suo prezioso contrubuto di amore per gli altri.
Muore l’8 settembre 1654 e da subito è forte la sua fama di santità e si susseguirono molti miracoli per sua intercessione. I fedeli cercavano in ogni modo di procurarsi qualche sua reliquia come un pezzo di abito.
Viene beatificato nel 1850 e canonizzato nel 1888. Inoltre, è stato proclamato da papa Leone XIII come “patrono delle missioni tra le popolazioni nere“.
O Dio, Padre di tutti i popoli,
che infondesti nel sacerdote san Pietro Claver,
schiavo degli schiavi,
un grande amore ed una pazienza ammirevole
nel servizio dei suoi fratelli, gli uomini,
senza distinzione di razze né di categorie sociali;
per sua intercessione ed i suoi meriti
concedici di superare ogni discriminazione sociale
per amare tutti con cuore generoso
ed essere principio di unità tra i tuoi figli.
Amen
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