Sant’Eliseo fu il più taumaturgico dei profeti dell’Antico Testamento: i prodigi da lui operati sono innumerevoli, e alcuni davvero soprendenti.
Fin da giovane era un ricco possidente originario di Abelmeula, il cui nome ha il significato di “Dio salva”. Fin dal suo nome infatti si intravede la sua missione svolta tra il popolo di Israele.
Eliseo era infatti un uomo deciso e sicuro di sé, che aveva chiara la sua destinazione. La prontezza con cui rispose al gesto simbolico di Elia fu proverbiale. Questo infatti, per ordine di Jahvé, lo consacrava profeta e suo successore, così Eliseo prese parte attiva alle vicende politiche del suo popolo grazie al carisma della sua profezia.
Molti considerano questa figura come la più taumaturgica dei profeti dell’Antico Testamento, per la ragione che nella Scrittura sono tanti i prodigi da lui operati che vengono elencati. Ad esempio Eliseo divise le acque del Giordano stendendo il mantello di Elia, oppure rese potabile l’acqua di Gerico. O ancora, riportò in vita il figlio della sunamita che lo ospitava, guarì dalla lebbra Naaman, generale del re di Damasco, e moltiplicò i pani sfamando un centinaio di persone.
Eliseo inoltre era sì un profeta ma non uno scrittore. In comune con il suo maestro Elia aveva la preoccupazione per il suo paese anche nei tempi più duri, come quelli della guerra contro i Moabitio contro gli Aramei. Una parte delle sue esperienze condotte in vita viene raccontata al cap. 19 del I libro dei Re.
“Elia andò in cerca di Eliseo e lo trovò che stava arando: aveva davanti a sè dodici paia di buoi; egli arava col dodicesimo paio. Giunto a lui, Elia gli gettò addosso il proprio mantello. Allora Eliseo, abbandonati i buoi, corse dietro a Elia e gli disse: Permettimi di passare a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò”, si legge.
E ancora: “Elia gli disse: Va’ e torna presto, poiché tu sai ciò che ti ho comunicato. Eliseo, allontanatosi, prese un paio di buoi e li immolò, quindi col legno dell’aratro e degli strumenti da tiro dei buoi ne fece cuocere le carni e le dette da mangiare ai suoi compagni di lavoro. Poi partì e seguì Elia, mettendosi al suo servizio”.
Con quel gesto il ricco agricoltore voleva dire al suo maestro che ormai era disposto a rinunciare a tutto per mettere al primo piano la missione a cui era chiamato, la risposta alla sua vocazione profetica. Per questo eseguì gli ordini del maestro fino al momento del misterioso commiato, oltre il Giordano, nel momento in cui cioè Elia scomparve dentro un turbine di fuoco.
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“Che cosa vuoi, prima che io parta dalla terra?”, era la richiesta che gli era stata fatta da Elia, che si sentì rispondere da Eliseo: “Io chiedo che abiti in me uno spirito doppio del tuo”. La sua richiesta, dopo essere stato suo discepolo per sei anni, era quella della sua eredità, ma che non era composta di beni materiali. Al contrario, si trattava di virtù carismatica. Una richiesta che ben presto venne esaudita.
Giovanni Bernardi
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