Nel corso degli anni, gli storici hanno proposto diverse datazioni per i festeggiamenti del Santo Natale: scopriamo perché la Chiesa ha fissato al 25 dicembre la venuta di Cristo.
Si è abbastanza incerti sull’effettiva datazione della venuta al mondo del Bambino Gesù. Le datazioni proposte nel corso dei secoli dagli storici tendono a non coincidere, per diversi motivi. Ma una cosa è certa: la Chiesa di Roma scelse la datazione del 25 dicembre per un motivo ben preciso. Vediamo nello specifico quali sono le date proposte dalla storiografia cristiana e quale fu il motivo alla base della scelta definitiva.
Santo Natale: perché il 25 dicembre?
Ad approfondire questa suggestiva analisi storiografica è intervenuto il teologo Robert Cheaib, che ha studiato le varie fonti sul tema. Il teologo afferma che i dati storici circa la datazione della venuta di Cristo risalgono all’epoca apostolica. Tra i primi e più importanti personaggi a porre la questione, si afferma Clemente d’Alessandria, Padre della Chiesa. vissuto nel II secolo, Clemente d’Alessandria ha proposto diversi calcoli che provengono, per l’appunto, da diverse datazioni. Infatti, alcuni storici datano la venuta di Gesù tra aprile e maggio. Lo stesso Clemente riferisce poi che che secondo altri storici la data della nascita e del battesimo del Cristo risalgono al 6 gennaio. C’è uno scrittore, del III secolo, che invece data il Natale al 25 dicembre: stiamo parlando di Ippolito di Roma. Perché la Chiesa ha dunque scelto questa data?
A quanto pare, la Chiesa non ha scelto la data del 25 dicembre perché proposta da Ippolito, ma perché questa era la data in cui i pagani, nel passato, festeggiavano il “Natalis solis invicti”. Il sole festeggiato dai pagani diveniva così, usando le parole del teologo Cheaib, riportate da Famiglia Cristiana, “ombra e simbolo del vero Sole invincibile Gesù Cristo”.
Le motivazioni della venuta di Gesù
Infatti, spiega ancora il teologo, è questo il motivo per cui intendiamo “periodo natalizio” tutto quello che va dal 24 dicembre al 6 gennaio. Ciò su cui andrebbe effettivamente posta l’attenzione sono le vere motivazioni per cui Dio si è fatto piccolo ed è venuto ad abitare tra noi. Le motivazioni, in tal senso, sono chiare: portare l’amore nel mondo, nella storia e “chiamarci ad amarlo e a vivere d’ amore incarnato”.
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Fabio Amicosante